Anteprima Edizioni dell’Urogallo
Questo volume si propone di dare un contribuito allo studio dell’analisi contrastiva dei sistemi verbali italiano e portoghese.
Partendo da una precisa riflessione concernente l’insegnamento delle lingue, si costata l’importanza delle categorie tempo-aspettuali. Tali categorie, di difficile definizione, si rivelano fondamentali, non solo per l’individuazione dell’effettivo significato semantico dei Tempi verbali, ma anche per la comprensione degli enunciati nelle diverse situazioni comunicative.
All’interno del sistema verbale portoghese, la definizione e caratterizzazione del Pretérito perfeito composto (PPC) è di certo quella che presenta maggiori difficoltà per gli apprendenti italiani. Di conseguenza, con l’intento precipuo di ovviare in qualche modo a tale difficoltà si procederà a un confronto tra il PPC e il suo equivalente morfologico in italiano, il Perfetto composto (PC). Si avrà modo, così, di valutare le loro rispettive caratteristiche tempo-aspettuali nonché il nprocesso di grammaticalizzazione che ha portato i due Tempi composti ad acquisire una valenza distinta.
Dalla Presentazione dell’Autrice:
"L’intento della nostra analisi è, da una prospettiva contrastiva, quello di analizzare il comportamento del PPC nell’enunciato, ovvero, il tipo di relazioni che esso stabilisce con tutti gli elementi della frase che determinano un contesto preciso e un valore semantico proprio. Per questo, allo scopo di avere una visione completa della vera funzionalità del Tempo verbale in questione, dovremo necessariamente soffermarci sulla descrizione delle sue caratteristiche tempo-aspettuali e di Aktionsart, prese non singolarmente ma nel loro insieme.
L’analisi delle funzioni e delle caratteristiche sintattiche del PPC si collegano direttamente alla divisione categorica, imposta dalla grammatica tradizionale, tra Tempi verbali (semplici e composti) e forme perifrastiche, con i primi che avrebbero una funzione essenzialmente temporale e con le seconde, invece, che avrebbero una funzione aspettuale. Tale distinzione, posta ben in evidenza nei manuali grammaticali, non contribuisce, tuttavia, in alcun modo a una comprensione chiara della funzionalità dei medesimi costrutti sintattici. Difatti, la funzione dei Tempi verbali non è quella di segnare il tempo cronologico, ovvero, di determinare un momento nel tempo, ma di contestualizzare sia l’enunciatore che il coenunciatore per quanto concerne la situazione comunicativa in cui il linguaggio si realizza".
L'Autrice
Paula Cristina de Paiva Limão – già assistente di Storia moderna comparata prima alla Faculdade de Letras dell’Università di Lisbona [1991-1995] e poi all’Istituto Universitario Europeo a Firenze [1995 - 1998] – è attualmente ricercatrice presso la cattedra di “Lingue portoghese e brasiliana” della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Perugia.
Dalla sua lunga esperienza nell’insegnamento e nel campo traduttivo della lingua portoghese in Italia (è stata peraltro anche lettrice, dal 1999 al 2007, sempre presso la medesima cattedra), procedono i suoi interessi per la Linguistica contrastiva e la sintassi nonché per la Linguistica storica – in particolare con riferimento alle categorie metalinguistiche nell’opera dei grammatici dal xvi al xviii secolo all’interno del panorama portoghese, italiano e spagnolo
2 commenti:
Cada qual vê o que quer, pode ou consegue enxergar.
"Porque eu sou do tamanho do que vejo.
E não do tamanho da minha altura."
Fernando Pessoa
Beijos na alma........M@riatio
Amor feito Poesia
Muito obrigado pela sua visita e comentário. Gostei muito...
Seja sempre bem-vinda!
Abraço
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