venerdì 21 settembre 2012

Na tempestade de Seiscentos: economia, sociedade e política

Workshop Internacional 
25 de Setembro, 14h00 - 18h00 
FCSH - Edifício I&D (Sala Multiusos 3, piso 4)
Avenida de Berna, 26 C, 1069-061 Lisboa

Organizadores: Nunziatella Alessandrini – Antonella Viola



GLOSAS n. 6

LANCIO | 22 Settembre | ore 16.00 | Auditorium BNP | Ingresso libero


Esce il sesto numero di Glosas, la rivista che promuove la divulgazione del patrimonio musicale portoghese edita dal MPMP, movimento patrimonial pela música portuguesa. Il lancio avverrà domani a Lisbona, alle ore 16.00, presso la sede della Biblioteca Nacional de Portugal (BNP). All’evento interverranno il compositore Sérgio Azevedo e la pianista Olga Prats per una conversa su Constança Capdeville, la compositrice, pianista e percussionista portoghese a cui è dedicata quest’uscita di Glosas.

Lisbona - Omaggio allo scrittore Antonio Tabucchi
Lisboa - Homenagem ao escritor Antonio Tabucchi

Lunedì 24 settembre 2012 - ore 19.00 
Istituto Italiano di Cultura 

Post bilingue: italiano-português

Omaggio allo scrittore Antonio Tabucchi, recentemente scomparso, nel giorno in cui avrebbe compiuto 69 anni, alla presenza di Maria José de Lancastre, Davide Benati, Andrea Bajani e Clelia Bettini
Timbri e Toni è il titolo proposto dall’artista Davide Benati per il suo ricordo dell’amico Antonio Tabucchi, attraverso la lettura dei testi e la contestuale proiezione delle opere che li hanno ispirati. Foi um arroz de cabidela que me trouxe até aqui è l’incipit della testimonianza della Prof.ssa Clelia Bettini, docente di Lingua italiana presso l’Università di Coimbra. Per l’occasione verranno esposte alcune opere recenti di Davide Benati.
Nato a Pisa il 24 settembre 1943, Antonio Tabucchi è unanimamente riconosciuto come uno dei più profondi conoscitori della lingua e della cultura del Portogallo. Nella sua carriera di docente di letteratura portoghese, si è occupato prevalentemente di Fernando Pessoa. Ha iniziato la sua attività di scrittore nel 1975 con il romanzo Piazza d’Italia, cui hanno fatto seguito varie raccolte di racconti tra cui Il gioco del rovescio del 1981 e Piccoli equivoci senza importanza del 1985. Ma è con i romanzi Requiem (1992) e soprattutto Sostiene Pereira (1994, Premio Campiello) che Tabucchi ha ottenuto successo e fama a livello internazionale. Del 1996 è La testa perduta di Damasceno Monteiro e del 2001 il romanzo epistolare Si sta facendo sempre più tardi. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo L’oca al passo (2006) e Il tempo invecchia in fretta (2009).
Antonio Tabucchi si è spento nella sua amata Lisbona il 25 marzo 2012.

Ingresso libero, prenotazione obbligatoria al numero di telefono 213884172



Lisboa - Homenagem ao escritor Antonio Tabucchi 


Segunda-feira, 24 de setembro de 2012 - 19h00 
Instituto Italiano de Cultura de Lisboa


Homenagem ao escritor Antonio Tabucchi, recentemente falecido, no dia em que teria completado 69 anos, à presença de Maria José de Lancastre, Davide Benati, Andrea Bajani e Clelia Bettini.
Timbri e Toni é o título proposto pelo artista Davide Benati para a sua recordação do amigo Antonio Tabucchi, através da leitura dos textos e a simultânea projecção das obras que os inspiraram. Foi um arroz de cabidela que me trouxe até aqui é o incipit do testemunho da Prof.ª Clelia Bettini, docente de Língua italiana na Universidade de Coimbra. Para a ocasião serão expostas algumas obras recentes de Davide Benati.
Nascido em Pisa a 24 de Setembro de 1943, Antonio Tabucchi é unanimemente reconhecido como um dos mais profundos conhecedores da língua e da cultura de Portugal. Na sua carreira de docente de literatura portuguesa, ocupou-se especialmente de Fernando Pessoa. Iniciou a sua actividade de escritor em 1975 com o romance Piazza d’Italia, ao qual se seguiram vários contos entre os quais Il gioco del rovescio de 1981 e Piccoli equivoci senza importanza de 1985. Mas é com os romances Requiem (1992) e sobretudo Sostiene Pereira (1994, Prémio Campiello) que Tabucchi obteve sucesso e fama a nível internacional. De 1996 é La testa perduta di Damasceno Monteiro e de 2001 o romance epistolar Si sta facendo sempre più tardi. Entre as suas últimas publicações recordamos L’oca al passo (2006) e Il tempo invecchia in fretta (2009).
Antonio Tabucchi faleceu na sua amada Lisboa a 25 de Março de 2012.

Entrada livre, reserva obrigatória ao número de telefone 213884172

Rubem Fonseca
DIARIO DI UN LIBERTINO

Edizioni dell’Urogallo

Rufus, scrittore in fase calante, il 1 gennaio decide di registrare in un diario le sue peripezie sentimentali e le sue considerazioni personali. In quel periodo si trova in una relazione con una donna – dal nome di casanoviana memoria di Henriette – che ben presto volgerà al termine. Ma l’email di Clorinda, giovane fan dell’opera letteraria di Rufus, cambierà per sempre il corso della sua vita. Tra coinvolgimenti sentimentali al limite dell’incesto involontario, torbide vicende di droga e sadomasochismo, accuse di violenza carnale e uccisioni sospette, Rufus si troverà a dirimere una vicenda complicatissima, dalla quale uscirà completamente cambiato.


I giapponesi hanno un proverbio: un tipo inizia a invecchiare quando non vuole più apprendere. Il mio proverbio è che il tipo in questione inizia a invecchiare quando non vuole più amare, quando perde l’entusiasmo per la comunione sessuale, non ha più il coraggio di affrontare l’incandescenza, le raffinatezze erotiche e anche le delusioni, afflizioni e la logistica esasperante dell’avventura amorosa. È necessario, come afferma il Don Giovanni di Molière, mantenere uno sguardo attento ai meriti di tutte le donne, rendere omaggio a ognuna e pagare a ognuna di loro il tributo a cui ci obbliga la natura.

João Paulo Borges Coelho
CAMPO DI TRANSITO

Edizioni dell’Urogallo

Mungau viene sottratto alla sua vita quotidiana dalle forze di polizia, senza alcuna spiegazione, né la formulazione di alcuna accusa, per essere condotto prima in uno stabilimento di detenzione temporanea e poi deportato in un campo di transito, immerso nelle foreste del Nord del paese. Un romanzo perturbante, venato di toni kafkiani, sulla rieducazione degli elementi “scomodi” al regime mozambicano. La fine tessitura della prosa di Borges Coelho, però, ne fa un’opera universale, godibile ben al di fuori delle frontiere del suo paese d’origine.


«Guardate quest’orto qui vicino, l’orto del gruppo del 13.2. Cresce a vista d’occhio, tutti i giorni il terreno nudo viene trasformato in terra arata e seminata, terra che darà benefici a quelli che vi hanno investito: bei carciofi e teneri asparagi. Adesso confrontatela con quella laggiù».
[…]
«Vale la pena tutta quell’ostinazione individuale? Tanti eccessi, diciamo così, di un singolo? Vale la pena sfidare da soli la natura?»
«No!», rispondono gli alunni prigionieri, più convinti dopo essere stati dispensati da lui. «Solo nella collettività ci è possibile vincere la natura!»

Rubem Fonseca
E nel mezzo del mondo prostituto, solo amore pel mio sigaro ho tenuto


Mandrake si trova stavolta alle prese con una sciarada che si annuncia impossibile: Gustavo Flávio, scrittore di successo e amante di successo ancor più grande, si vede recapitare per posta delle foto di donna, tutte di sue ex partner o amanti occasionali. A pochi giorni di distanza da ogni invio, la donna ritratta nella foto viene brutalmente uccisa con dei colpi d’arma da fuoco, sempre la stessa, in circostanze simili tra di loro. 
Le deposizioni di Gustavo, quelle di sua moglie Luíza e della sua ex moglie Amanda, registrate e trascritte da Mandrake, ci danno un quadro della situazione, anche se frammentario e discontinuo. Sullo sfondo del consumo di sigari di marca quale indicatore sociale di mondanità e vizio, si snoda una vicenda dai contorni sfuggenti e inquietanti. 


Il mio nome è Mandrake, sono avvocato criminalista. I casi di omicidio sono sempre una specie di sciarada. I clienti ti mentono sempre, i poliziotti ti mentono, i testimoni mentono a tutti. Ho iniziato a mettere insieme questo rompicapo senza disporre di tutte le sue parti, con pazienza, dopo aver sentito attori e coadiuvanti di questa trama. Ho registrato la maggior parte delle conversazioni che ho avuto con tutti loro. 
[…] 
«Quel giorno sono arrivata all’appartamento di Gustavo con una scatola di Corona giganti (il formato di un churchill), della Bolívar. Mentre lui apriva la scatola, commentando che il disegno del coperchio mostrava un antipatico Bolívar con il naso a punta e la bocca cinica, mi sono versata un bicchiere d’acqua nel cucinino e ho preso la pillola inibitrice dell’appetito. Volevo dimagrire fino ad essere come la sua nuova moglie, Luíza».

José Eduardo Agualusa
AL POSTO DEL MORTO

Edizioni dell’Urogallo

Agualusa ci regala un nuovo volumetto di prosa breve, nel quale vari autori già deceduti (tra cui Bruce Chatwin, Jorge Amado, Pessoa, Jorge Luis Borges, Antoine de Saint-Exupéry, Nabokov e Bertrand Russel) si prendono la briga di scrivere, a partire dall’aldilà, un elzeviro su uno dei tanti aspetti della nostra attualità, da un punto di vista senz’altro originale e dal quale la distanza critica è innegabile. Gli elzeviri raccolti nel volume provengono dall’omonima rubrica (O Lugar do Morto) apparsa mensilmente nella rivista letteraria lisbonese «LER». 


Sarà sempre di più il compito dei piccoli editori – riesco a vederli anche da qui, giovani e appassionati – scoprire nuovi autori. Loro dovranno farsi carico del rischio, mentre i grandi ci mangiano sopra. Perderanno il poco che hanno, mentre i grandi accumuleranno. E quando finalmente centreranno il bersaglio e cominceranno ad ottenere dei guadagni verranno divorati. Eh sì, la bellezza è ingrata. 
Ma, in fondo, è bellezza! 
Jorge Luis Borges 


Le accademie possono anche perdonare il talento, ma non il successo: e io possedevo entrambi (mi dispiace se la mia immodestia vi disturba, ma la modestia non ha mai fatto parte dei miei difetti). 

Vinicius de Moraes

mercoledì 5 settembre 2012

LINHAS DE WELLINGTON
69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

Proiettato ieri al Festival di Venezia il colossal storico sull’invasione napoleonica in Portogallo del 1810.


Linhas de Wellington è il film portoghese in concorso alla 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Il film è stato progettato da Raoul Ruiz, il regista di Mistérios de Lisboa, deceduto durante la pre-produzione del suo ultimo capolavoro. L’opera, ormai pronta per essere girata, è stata ripresa e portata a termine dalla moglie e collaboratrice Valeria Sarmiento. Al Festival di Venezia è stata proiettata la versione cinematografica di 150 minuti, ma in tv vedremo la versione integrale divisa in tre parti. Si tratta di un film storico davvero importante, per la cui realizzazione è stato allestito un cast eccezionale. Fra gli interpreti, John Malkovich e Melvil Poupaud, rispettivamente nei panni di Wellington e Masséna, e poi Mathieu Amalric, Marisa Paredes, Catherine Deneuve, Isabelle Huppert, Michel Piccoli, Chiara Mastroianni.


LA TRAMA

Il 27 settembre 1810 le truppe francesi, al comando del maresciallo Massena, sono sconfitte sul monte Buçaco dall'esercito anglo-portoghese del generale Wellington.
Nonostante la vittoria, portoghesi e inglesi si ritirano in marcia forzata dinanzi al nemico, numericamente superiore, con lo scopo di attrarlo verso Torres Vedras, dove Wellington ha fatto costruire linee fortificate difficilmente valicabili.
Contemporaneamente, il comando anglo-portoghese organizza l'evacuazione di tutto il territorio compreso tra il campo di battaglia e le linee di Torres Vedras, in una gigantesca operazione di terra bruciata che priva i francesi di ogni possibilità di rifornimento locale.
In questo scenario si svolgono le avventure di una miriade di personaggi di diversa estrazione sociale – militari e civili; uomini, donne e bambini; vecchi e giovani-, strappati dalla guerra alla vita quotidiana e sospinti per monti e valli, tra villaggi in rovina, foreste distrutte, colture devastate.
Perseguitata con determinazione dai francesi, tormentata da un clima inclemente, la massa dei fuggiaschi continua ad avanzare stringendo i denti, semplicemente per salvarsi la pelle, o con la tenace volontà di resistere agli invasori e scacciarli dal Paese, o ancora nella speranza di trarre vantaggio dal disordine regnante per soddisfare i più bassi istinti.
Tutti, a prescindere dal carattere e dalla motivazione di ognuno – dal giovane tenente idealista Pedro de Alencar, passando per la maliziosa inglesina Clarissa Warren, o per il cupo trafficante Penabranca, fino al vendicativo sergente Francisco Xavier e all'esuberante vivandiera Martírio -, convergono da diverse strade verso le linee di Torres, dove la battaglia finale dovrà decidere le sorti di ciascuno.


VALERIA SARMIENTO:

« Senza dubbio le invasioni francesi in Portogallo erano del tutto lontane dal mio mondo. Ho iniziato a paragonare l'esodo della popolazione, costretta ad abbandonare le proprie terre a causa della guerra, al mio stesso esilio, e così mi sono avvicinata alla narrazione.
È innegabile il legame affettivo con questo film. Dopo la morte di Raúl, il produttore Paulo Branco mi ha invitata a riprendere il progetto. Ho avuto paura ma non ho mai avuto dubbi: dovevo farlo per Raúl. È stato un omaggio mio e dell'equipe – tecnici e attori – che sentivano esattamente quel che sentivo io.
Lavorare con Carlos Saboga è sempre una delizia. Tanto il copione de “Le linee di Wellington” quanto quello di “Os Mistérios de Lisboa” sono eccellenti ed obbediscono ad una struttura più vicina alle “Mille e una notte” che a una produzione di Hollywood. Egli ha dato una grande importanza ai personaggi femminili e ciò distingue questo progetto da tutti gli altri film sulla guerra.
Abbiamo girato in paesaggi diversi, soprattutto nella zona occidentale, in un ambiente unico che, insieme alla fotografia e alla musica, ha dato all'esodo delle popolazioni una forza eccezionale. Non avevo mai filmato così tante persone insieme, ma con i moderni strumenti per le riprese alla fine è stato molto facile. Credo non sia stato molto semplice per le comparse – alcune hanno sopportato lo stesso freddo delle forze francesi – ma ho parlato con qualcuno di loro che mi ha detto di essersi divertito molto.
Il film è diventato molto di più di un vincolo sentimentale. È stato una sfida ed un dovere che mi ha dato un enorme piacere, perciò ringrazio tutti quelli che vi hanno partecipato.
Sono certa che tutti noi abbiamo lavorato in dialogo con Raúl, che ci sosteneva sempre da lassù. »


Leggi sul nostro Blog:
- Coimbra - L’albero Wellington
- Viagem a Portugal: Praia de Santa Cruz, Torres Vedras

martedì 4 settembre 2012

NADIR AFONSO
Dall'Estetica Surrealista alla Città Cromatica

Mostra d'arte
30 agosto - 11 novembre 2012
Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti
Palazzo Loredan - Venezia

Nadir Afonso, Procissão em Veneza
2002 - acrílico su tela

Dal 30 agosto al 10 novembre 2012 si terrà a Venezia presso la sede dell'Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti a Palazzo Loredan, la mostra Nadir Afonso. Dall'Estetica Surrealista alla Città Cromatica.
L'occasione per rendere omaggio a questo artista, alla sua opera e alle sue frequentazioni culturali, prende corpo due anni fa per volontà della Fondazione, istituita dall'artista stesso, per celebrare i suoi novant'anni con una serie di mostre a livello internazionale. Dopo Parigi, Rio de Janeiro e Lisbona e Roma, Venezia rende omaggio a questo incredibile e poliedrico artista.
La mostra espone un percorso che inquadra il lavoro di Nadir Afonso partendo dalle opere legate al periodo che va dagli anni quaranta agli anni sessanta fino ad arrivare ai quadri più recenti che interpretano il tema della città e la sua visione cromatica.
La prima parte dell'esposizione presenta le opere più legate alla fase Surrealista dei primi anni '40, influenzata dal soggiorno dell'artista a Parigi e dalla frequentazione e l'amicizia con gli artisti di quel Movimento, per procedere poi con il periodo pre-geometrico e barocco dei primi anni '50 che scaturisce dall'esercizio dell'architettura. Questi dipinti, spesso trattati con un gusto mordente nei diversi cromatismi, lasciano pensare a una soluzione Spazialista affidata più al gioco dello scambio tra toni e colori e ad un piacere personale dell'artista che si diverte nell'invenzione dei piani prospettici. Ma anche qui, anche nel gioco della composizione, l'artista rinuncia all'evasione marginale, agli schemi precostruiti, alle transitorie ideologie pittoriche per ritrovare il gusto di un rinnovato impegno che lo conduce verso l'espressionismo di un linguaggio assolutamente personale.
Ma il corpo centrale dell'esposizione mira soprattutto a mettere in luce il lavoro contemporaneo dell'artista. Partendo dalla produzione degli ultimi dieci anni, le opere di Nadir Afonso trasmettono la forza di un segno innovativo che travalica gli schemi dei movimenti artistici, per esplorare un nuovo linguaggio delle forme.
Le città di Nadir Afonso si presentano come l'apparizione di un'architettura in divenire e sembrano emergere da una realtà apparentemente cancellata e pur affiorante negli schemi di strutture diagonali, linee rette e poi ondulate nei differenti cromatismi, dove l'intimità raccolta della visione si espande alla ricerca di uno spazio nuovo, più ampio e organizzato.
Tra le numerose opere esposte l'artista presenta il suo omaggio a Venezia con tre dipinti realizzati nei differenti periodi: Le Grand Canal II del 1957 dove la prospettiva della veduta è distribuita in un gioco di forme che evocano lo skyline veneziano; Campos de San Zanipolo del 1965 che sviluppa il profilo delle architetture nel fascino dei cromatismi severi del blu e del nero e Procissão em Veneza del 2002 dove Piazza San Marco emerge come un'apparizione dal gioco dei vorticismi cromatici. Ed è proprio in queste opere recenti che si rivela la forza e la determinazione dell'artista a proseguire una ricerca personale sulla riscoperta e l'applicazione di un nuovo linguaggio metafisico.
La mostra, realizzata in occasione della Biennale Architettura, inquadra anche la figura di Nadir Afonso architetto e mette in luce la sua collaborazione con due grandi protagonisti dell'architettura moderna internazionale: Le Corbusier e Oscar Niemeyer con i quali Nadir Afonso ha lavorato nel periodo degli anni quaranta e cinquanta, prima a Parigi e poi a Rio de Janeiro.


Nota biografica

Nadir Afonso, pittore, architetto e filosofo portoghese nasce a Chaves, il 4 dicembre 1920.
Studia architettura all'Accademia di Belle Arti a Oporto e dopo la laurea si trasferisce a Parigi dove diventa amico e collaboratore di Le Corbusier, con il quale lavora dal 1946 al 1951. Si trasferisce poi a Rio de Janeiro al seguito di Oscar Niemeyer e collabora tre anni con il grande architetto brasiliano. In Brasile conosce l'artista italo-brasiliano Candido Portinari con il quale intrattiene una lunga frequentazione personale e artistica. Nel 1954 torna a Parigi dove partecipa a numerose mostre di pittura alla galleria Denise René, allora tempio delle esposizioni di arte astratta, dove conosce numerosi artisti importanti, tra i quali: Pablo Ricasso, Max Ernst, Giorgio de Chirico, Max Jacob, Fernand Leger che lo ospita per alcuni mesi nel suo atelier e con il quale intrattiene una lunga amicizia. D'ora in poi la carriera di artista e pittore ha il sopravvento sull'architettura e dal 1965, l'attività di Nadir Afonso si sposta prevalentemente in questa direzione. Dopo la grande mostra personale del 1959 al Palais des Beaux-Arts di Parigi, l'artista portoghese realizza numerose esposizioni in gallerie e musei internazionali.
Dopo il periodo barocco che, partendo dall'esperienza surrealista arriva fino alle ricerche pittoriche dell'amico Giorgio de Chirico, Nadir Afonso intraprende la strada dell'astrattismo e imposta la sua ricerca su rigorose costruzioni geometriche che rimandano allo spazialismo e al costruttivismo degli anni sessanta fino all'esperienza di artisti quali: Victor Vasarely; Mortensen; Herbin e Bloc.
L'interesse per le discipline estetiche e gli studi filosofici lo avvicinano anche agli intellettuali francesi dell'epoca suoi contemporanei: Roger Garaudy; Paul Ricoeur; Léon Degand e Jean Paul Sartre. In quegli anni Nadir Afonso pubblicherà anche un testo molto importante per l'estetica dell'arte: Les Mécanismes de la Création Artistique.

Nadir Afonso. Dall'Estetica Surrealista alla Città Cromatica
Mostra d'arte
30 agosto - 11 novembre 2012
Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti
Palazzo Loredan

Orari:
Martedì - Domenica, 11 - 19
Ingresso gratuito
Organizzata da
Comediarting srl
In collaborazione
con Traço- Traço
A cura di
Stefano Cecchetto in collaborazione con Fondazione Nadir Afonso.
Catalogo edito da Carlo Cambi
Ufficio Stampa
SPAINI & PARTNERS T. 050 36042/310920 www.spaini.it
Matilde Meucci 329 6321362 matilde.meucci@spaini.it
Rachele Giannessi 3473839137 ufficiostampa@spaini.it

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails