Dal XVI al XVIII secolo, oltre 150 compositori hanno utilizzato il tema della Folia come base per comporre serie di variazioni altamente virtuosistiche. Memorabili quelle di musicisti italiani come Frescobaldi, Corelli, Alessandro Scarlatti, Vivaldi e Bononcini.
Domenico Condito
La Follia, in portoghese
Folia, è un tema musicale portoghese, fra i più antichi della musica europea. Le sue origini risalgono probabilmente al tardo Medioevo come forma di danza popolare e di canto. Letteralmente il termine
folia significa “folle divertimento, baldoria, sollazzo”, o anche “follia”, e viene utilizzato per designare una festa popolare parecchio movimentata, caratterizzata da danze, musica e grande allegria. Il termine richiama molto bene il carattere originario del tema musicale, prima che la
Folia venisse assorbita dal repertorio di corte tra il XV e il XVI secolo, acquisendo un carattere severo e maestoso. È in quest’ultima forma che si diffuse in tutt’Europa nei secoli XVI-XVIII, attraverso numerose elaborazioni, fino a diventare una delle basi predilette per variazioni strumentali di grande virtuosismo.
La più antica composizione nota costruita su questo tema risale alla metà del Seicento, ma i primi riferimenti sono già presenti in diversi documenti portoghesi della fine del XV secolo. Nelle opere di Gil Vicente, il padre del teatro rinascimentale in Portogallo, la Folia è associata solitamente a pastori e contadini impegnati in balli e canti vivaci; mentre l’origine portoghese della melodia è confermata da Francisco de Salinas nel trattato De musica libri septem, pubblicato nel 1577.
La melodia è costruita su un tempo ternario ed è divisa in due parti di quattro battute ciascuna. Molti autori, ispirandosi a questo tema, hanno utilizzato lo schema musicale della
Folia già noto in tutta la penisola iberica nei primi decenni del XVI secolo. Una linea di basso ripetuto sulla quale potevano essere costruiti vari contrappunti standard, mentre l’esecutore era libero di improvvisare serie di variazioni, le
diferencias. Una tecnica compositiva che ha trasformato la
Folia in un genere affine alla passacaglia e alla ciaccona.
Il tema de "la Follia"
Diego Ortiz, nel suo Tratado de glosas del 1553, illustra diversi esempi di queste serie di variazioni, dove il basso ostinato della Folia viene utilizzato come una base armonica affidata al clavicembalo, una progressione accordale su cui la viola sviluppa elaborazioni melodiche di grande virtuosismo. Su questa struttura armonica e formale si basano anche alcune canzoni che compaiono nel Cancionero de Palacio (1475-1516): Rodrigo Martinez e Adorámoste, Señor, fra i primi esempi di Folia tarda. Ma esistono anche importanti raccolte di canti polifonici e intavolature strumentali, come la versione per organo di Antonio de Cabezón di Para quién crié yo cabellos del 1557.
Dal XVI al XVIII secolo, oltre 150 compositori hanno utilizzato il tema della Folia, sviluppando al massimo grado le sue potenzialità espressive, e consolidando la sua posizione di prestigio nell’ambito della musica d’arte europea. Musicisti dell’importanza di Frescobaldi, Corelli, Alessandro Scarlatti, Vivaldi e Bononcini in Italia; Jean-Baptiste Lully, Marais e D’Anglebert in Francia; Johann Sebastian e Carl Philipp Emanuel Bach in Germania, per citare alcuni esempi fra i più significativi.
Una speciale menzione merita la Follia per antonomasia, quella di Arcangelo Corelli, inclusa nella celebre raccolta di Sonate a Violino e Violone o Cimbalo, Opera Quinta del 1700, e servita come base per simili composizioni di Marais, Vivaldi, Reali e altri. Un serie di variazioni su uno stesso basso, dove Corelli sviluppa un’ampia gamma di idee, metri e andamenti che illustrano al meglio ed esaltano l’antico e fiero tema iberico. Così scrive al riguardo l’allievo Francesco Geminiani: "Non pretendo di esserne l’inventore: altri compositori, della più alta classe, si sono avventurati nello stesso tipo di viaggio; e nessuno con maggior successo che il celebrato Corelli, come si può vedere nell’opera quinta, sull’Aria della Follia di Spagnia [sic]. Io ho avuto il piacere di discorrere con lui su tale soggetto, e l’ho udito di riconoscere quanta soddisfazione ebbe nel comporla, ed il valore che gli attribuiva" (F. Geminiani: A Treatise of Good Taste in the Art of Musick , London 1749).
Fra i compositori dell’età classica, si ricordano Antonio Salieri, che sul celebre tema compose le spettacolari 26 Variazioni per orchestra; e Georg Friederich Händel con la bellissima sarabanda dalla Suite per clavicembalo in Re minore n. 11 (arrangiata per archi, timpani e basso continuo da Leonard Rosenman), utilizzata nella colonna sonora del film Barry Lyndon di Stanley Kubrick.
Luigi Cherubini, di origine portoghese, utilizzò la Follia come tema principale dell’ouverture dell’opera L’hôtellerie portugaise (L’osteria portoghese) del 1798. Nel 1867 persino Liszt utilizzò il tema nella sua Rapsodia Spagnola, e Sergej Rachmaninov compose le Variazioni su un tema di Corelli per pianoforte nel 1931. Più recentemente s’ispirò al tema Vangelis nella colonna sonora del film 1492: la conquista del Paradiso.
Vi proponiamo l’ascolto delle variazioni composte su questo tema dal compositore spagnolo Antonio Martin y Coll (? – dopo il 1734). Le sue Diferencias sobre la Folia, scrive Jordi Savall, “si trovano in un manoscritto che testimonia la prima evoluzione barocca del tema (seconda metà del XVII secolo), che permette variazioni più contrastate, che giocano sull’alternanza di strofe lente e veloci, e la successione di passaggi molto virtuosistici alternati a più o meno tenere cantilene. La strumentazione prescelta, che comporta, oltre alla viola da gamba bassa, un’arpa tripla, una chitarra e della nacchere, corrisponde alle sonorità caratteristiche del gusto e della pratica del tempo nella penisola iberica, specialmente nelle forme, come la Follia, il Fandango o le Jácuras, che conservavano uno stretto legame con le loro origini popolari”.
L’interpretazione è dello stesso Jordi Savall (viola da gamba), che si esibisce con un gruppo di musicisti straordinari: Rolf Lislevand (vihuela), Arianna Savall (arpa), Pedro Estevan (percussioni), Adela Gonzalez-Campa (nacchere). La registrazione è stata effettuata al Festival de Lanvellec nel 2002.
Nella foto, in alto a destra: Juan de las Roelas, Adoración del Nombre de Jesús (particolare), 1604-05, Paraninfo dell’Università di Siviglia, Spagna.