Il quinto numero della rivista semestrale Glosas, che promuove la divulgazione del patrimonio musicale portoghese, è dedicato al compositore Marc’Antonio Portogallo, nella ricorrenza dei 250 anni dalla nascita. La rivista è prodotta dal MPMP, movimento patrimonial pela música portuguesa.
Marcos António da Fonseca Portugal (Marcos Portugal), noto in Italia come Marc’Antonio Portogallo, fu un compositore, organista e direttore d’orchestra portoghese (Lisbona 1762 – Rio de Janeiro 1830). Nel settembre del 1792, dopo gli studi in patria e l’avvio di una brillante carriera, giunse in Italia, dove visse a Napoli fino al 1800, sviluppando un’intensa attività di compositore e direttore d’orchestra. Nella capitale partenopea, ma anche a Parma, Venezia, Milano, Firenze e Roma rappresentò la prima di ben 21 opere, la maggior parte di carattere buffo, con centinaia di repliche e migliaia di rappresentazioni in Italia e tutt’Europa.
Elisabeth Vigée-Lebrun, Angelica Catalani |
Nel 1811, per espressa volontà del Re, si trasferì con la corte portoghese a Rio de Janeiro, dove la famiglia reale si era rifugiata in seguito all’invasione del Portogallo da parte delle truppe francesi. Qui ricevette l’incarico di Maestro delle Loro Altezze Reali gli Infanti e operò nella Cappella Reale, componendo musica per la celebrazione dei principali eventi di carattere religioso, sociale e politico. Opere, realizzate su commissione, per rappresentare lo splendore e la grand'eloquenza della Corona portoghese. La produzione di questo periodo è quasi esclusivamente di carattere religioso.
Nel 1815 tornò per un breve soggiorno in Italia, a Milano, dove scrisse l'Adriano in Siria per il Teatro Re.
Rientrò a Rio de Janeiro nel 1821, e divenne cittadino brasiliano qualche anno dopo. Questo perché l’articolo 6. § 4º della prima Constituição do Brasil, del 1824, consentiva ai cittadini portoghesi residenti in Brasile di acquisire automaticamente la nazionalità brasiliana. Marcos Portugal compose anche un Hino da Independência do Brasil, che fu eseguito per decine di anni nelle commemorazioni dell’Indipendenza del Brasile, proclamata il 7 settembre 1822.
Il deterioramento delle sue precarie condizioni di salute (aveva già subito due attacchi apoplettici nel 1811 e 1817) non gli permisero di rientrare in patria insieme al Re, e morì a Rio de Janeiro nel 1830.
Il deterioramento delle sue precarie condizioni di salute (aveva già subito due attacchi apoplettici nel 1811 e 1817) non gli permisero di rientrare in patria insieme al Re, e morì a Rio de Janeiro nel 1830.
Complessivamente compose oltre 50 opere teatrali e molta musica sacra. Una produzione vasta che rispecchia l’influsso delle scuole veneziana e napoletana, e lo rese uno dei musicisti portoghesi più rappresentativi della sua epoca.
Domenico Condito