sabato 23 ottobre 2010

L’esoterismo di Fernando Pessoa

Fernando Pessoa, Pagine esoteriche, Adelphi Edizioni. Il volume, curato da Silvano Peloso, raccoglie e articola, per la prima volta in italiano, una parte sostanziosa degli scritti del poeta portoghese sull’esoterismo. Imperdibile.

di Domenico Condito

Nella sua Nota biografica, Fernando Pessoa si definisce “iniziato, per comunicazione diretta da Maestro a Discepolo, nei tre gradi minori dell’(apparentemente estinto) Ordine Templare di Portogallo”. Singolare figura di poeta-alchimista, Pessoa era appassionato di Cabbala e aveva una profonda conoscenza della tradizione teosofica e occultistica.
Le prime testimonianze scritte di tali interessi risalgono al 1906. Le ritroviamo in alcuni testi poetici e nel quaderno di appunti del suo eteronimo Alexander Search, dove sono espliciti i riferimenti all’alchimia, l’occultismo e la filosofia ermetica. Ma fra gli oltre venticinquemila documenti che costituiscono lo spoglio Fernando Pessoa nella Biblioteca Nazionale di Lisbona sono tanti i materiali relativi agli interessi esoterici del Poeta. In essi è costante il riferimento alla tradizione ermetica della Chiesa gnostica, che trasmessa in modo occulto ai Cavalieri del Tempio, si sarebbe perpetuata, dopo il loro scioglimento, nell’Ordine di Cristo, nei Rosacroce e nei vari rami della Massoneria europea.
Secondo Silvano Peloso, che ha curato la raccolta Pagine esoteriche del poeta portoghese, il rapporto di Pessoa con la tradizione teosofica e occultista va visto anche “alla luce di un rinnovato interesse per il filone mistico-visionario e profetico della tradizione letteraria portoghese: dal platonismo esoterico di certa lirica di Camões alla grande oratoria barocca di António Vieira, fino a quel simbolismo saudosista novecentesco che, almeno nella versione di Pessoa, reinventando in forme inedite il passato, fornisce a questa poesia un nuovo e più ampio respiro” (vedi post-fazione del volume). La stessa profezia del Quinto Impero, cuore dell’utopia profetica portoghese, acquista così una prospettiva nuova.
Non a caso, nell’opera Mensagem, scrive ancora Peloso, Pessoa allude “a un cammino iniziatico numerologicamente illustrato già dalle otto lettere che compongono il titolo: queste, come lo stesso Pessoa spiega nei suoi appunti, corrispondono alle otto lettere della parola Portugal, e rappresentano non solo il numero dell’armonia, ma anche le otto punte della croce templare, perfettamente esemplata nella pianta ottagonale del convento fortezza che i Cavalieri del Tempio edificarono a Tomar. E quando nel 1317 il re D. Dinis (che proprio per questo Pessoa collocherà nel pantheon dei re-eroi della tradizione portoghese) salverà quel che restava dell’Ordine dalla distruzione totale, inglobandolo nel nuovo ordine di Cristo, la croce delle otto beatitudini passerà sulle vele delle caravelle più tardi lanciate nella grande avventura delle scoperte. L’ordine di Cristo erede e continuatore dell’Ordine del Tempio, si avviava così a realizzare sulla terra la missione ecumenica di cui san Bernardo, D. Dinis e l’Infante D. Henrique erano stati i principali interpreti, e che troverà poi un ulteriore seguito nel sogno profetico e nella grandezza visionaria di quell’António Vieira, definito da Pessoa «l’imperatore della lingua portoghese»”.

La Croce Templare al centro del soffitto
della Sacristia Nova del Convento do Cristo – Tomar
Copyright © Laura Za

Il poeta riscopre, quindi, nelle sedimentazioni oscure del pensiero esoterico l’eco delle attese profetiche e dei millenarismi di una memoria storica portoghese mai del tutto sopita, ma reinventa la tradizione ermetica spingendosi oltre la tentazione di un misticismo storico di carattere nazionalista, per aspirare a un traguardo più segnatamente filosofico-esistenziale. “Attraverso la profezia del Quinto Impero, - scrive Giulia Lanciani - Mensagem si inscrive nella corrente profetica, quella che di fatto corrisponde ad una identificazione collettiva e di senso positivo. Ma la sua profezia nasce dal sogno e dalla meditazione ed annuncia un Impero di tipo nuovo, spirituale”. Se è vero, infatti, che il recupero in chiave mistico-simbolica della storia del Portogallo assume il significato di un “sogno” impossibile che riscattasse il destino di un paese oppresso dal salazarismo, per Pessoa diventa il pretesto per ricercare le radici di quella «tradizione segreta del cristianesimo» contrapposta alla Chiesa di Roma, e identificata con il dialogo e con l’apertura a tutte le religioni e tradizioni. I Cavalieri del Tempio, infatti, nonostante le guerre e le forti contrapposizioni, erano entrati in stretto contatto con l’esoterismo islamico, il cabbalismo giudaico, lo gnosticismo neoplatonico e il cristianesimo giovanneo. E’ questa ampia prospettiva filosofico-religiosa, accostata alla teosofia, che Pessoa fa propria, riconoscendo alla letteratura e al linguaggio letterario, crocevia fra culture e saperi diversi, il compito di “creare punti di contatto, possibilità di relazioni e scambi fra mondi anche molto distanti”. E’ il percorso della tradizione ermetica, la “ricerca di quel «sincretismo dei pagani e degli occultisti» che, - continua Peloso - fondendo «l’intelligenza analogica e quella razionale», è alla base dell’interpretazione delle profezie e dei simboli a partire da quel grande «trattato di Alchimia scritto in cifra trascendentale» che è rappresentato dalla Bibbia, il Paradigma per eccellenza”.
Il sogno alchemico di riunificare la materia e lo spirito esprime, nel linguaggio oscuro dei simboli, l’unione dell’intelligenza materiale e di quella spirituale, i due poteri della Forza, i due lati della conoscenza: da un lato la scienza, la ragione, la speculazione intellettuale, dall’altro la conoscenza occulta, l’intuizione, la speculazione mistica e cabbalistica. In questo ambito, Pessoa riconosce alla creazione letteraria un ruolo essenziale, la ricerca di quella Parola Perduta, di quella scrittura magica che portasse «all’elaborazione di una lingua nuova in grado di esprimere e spiegare la natura di tutte le cose simultaneamente», e della quale avevano parlato i Rosacroce. Conclude Silvano Peloso che “Pessoa poteva così procedere a una riabilitazione del ruolo fondamentale svolto dall’immaginazione (e quindi anche dalla letteratura) all’interno di una scienza che, se è veramente tale, non può essere considerata in senso ristretto e limitativo, ma deve venir vista nella « complessità » delle relazioni in cui vive”. Un orizzonte poetico e teorico quello di Pessoa poco esplorato, ma nel quale è possibile cogliere alcune sorprendenti analogie in campo scientifico. Il principio di indeterminazione di Heisenberg (1927) e il teorema di Gödel (1931) sulla indecidibilità dei sistemi formalizzati (Pessoa era giunto alla stesse conclusioni riguardo alla matematica) sono dei validi esempi in tal senso, così come le più recenti teorie probalistiche, quelle dello sviluppo dei sistemi non lineari, del caos deterministico, fino ai primi passi delle «teorie della complessità».

Sono imperdibili le Pagine esoteriche di Fernando Pessoa, pubblicate dall’editore Adelphi, per chiunque voglia approfondire l’argomento e avventurarsi nei meandri più intimi e sorprendenti di uno dei più grandi geni letterari del Novecento.

Mura del Convento do Cristo – Tomar


Porta del Convento do Cristo – Tomar


Chiesa del Convento do Cristo – Tomar


Refettorio del Convento do Cristo - Tomar


Uno dei chiostri del Convento do Cristo - Tomar


Domenico Condito nel Convento do Cristo di Tomar (2007)
Le foto del Convento do Cristo sono di Laura Za,
“compagna di viaggio” e co-fondatrice
dell’Associazione Culturale Luís de Camões.
Le immagini sono protette da copyright.

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