O Templo da Glória Literária (edizioni Esfera do Caos), questo il titolo del libro, mette in scena un'azione poetica rituale ed evocativa, dove inevitabili ed espliciti sono i riferimenti alla più alta tradizione poetica italiana, ma non solo.
L’idea centrale che percorre tutta l’opera è che da qualche parte, forse nella mente di ciascuno di noi, esiste un tempio, il Tempio della Gloria Letteraria. Una luminosa architettura dello spirito - parole e memoria - costruita dalle letture che abbiamo fatto e che conserviamo per sempre. Il criterio che ha guidato la costruzione dell’Autore è quello della fama e della gloria letteraria, nell’espressione massima della sua universalità attuale e perenne, eterna e immortale, che travalica lo spazio e il tempo. Omero, Pindaro, Virgilio, Ovidio, fra i grandi nomi della poesia greca e latina, ma anche Dante, Petrarca, Camões, Cervantes, Shakespeare, Goethe, Byron, Baudelaire, Rimbaud, Yeats, Pessoa, Eliot, Lorca, Brecht, Neruda, Sophia, O’Neill sono, fra gli altri, il pretesto utilizzato da Miguel Almeida per creare composizioni poetiche originali, da dedicare ai più grandi poeti di tutti i tempi. È che... “L'interno del tempio è abitato solo da (poeti) morti, che non stavano lì quando erano in vita, e da alcuni (poeti) vivi, la maggior parte di loro, che ne sono estromessi quando muoiono”.
È un’opera sui poeti e su quanto di meglio ci hanno lasciato, da Omero a Dante, da Cervantes a Neruda – evocati per essere ricordati e omaggiati. In fondo, è un’opera per tutti coloro che amano fare e leggere poesia.
L’AUTORE
Miguel Almeida è nato nel 1970 a Rãs, un piccolo paese del distretto di Viseu. O Templo da Glória Literária è il suo terzo libro. In passato aveva già pubblicato Um Planeta Ameaçado: A Ciência Perante o Colapso da Biosfera (Esfera do Caos, 2006) e A Cirurgia do Prazer: Contos Morais e Sexuais (Esfera do Caos, 2010). Si è Laureato in Filosofia (indirizzo Filosofia della Scienza) all’Università di Lisbona, dove ha conseguito anche il Master in Filosofia della Natura e dell’Ambiente. Attualmente insegna alla Scuola secondaria Cacilhas-Tejo di Almada. Vive sulla Costa della Caparica con la moglie Carla e il faiglio Gabriele. Sta lavorando alla stesura di altre opere di poesia e prosa.
A seguire la poesia dedicata da Miguel Almeida a Pablo Neruda.
NEFTALÍ RICARDO REYS BASOALTO (1904 – 1973)
O NOME DO POETA
“Coube-me sofrer e lutar, amar e cantar; couberam-me, na partilha do mundo, o triunfo e a derrota,
provei o gosto do pão e o do sangue. Que mais quer um poeta?”
Neruda, Pablo, Confesso que vivi.
Oculta na escolha de um nome, a escolha de ser poeta
Um ser outro, que nos outros se aprecia
E que até se elogia, por vezes
Mas que não queremos que seja a escolha dos nossos.
Mas olhai! Olhai bem! Pensai um pouco!
«Que mais quer um poeta?», se perdido no anonimato de um nome
Entra no labirinto das palavras, e vencendo por elas
Se acolhe num povo, que em breve se fará do tamanho do mundo!
«Que mais quer um poeta?», se na mina de carvão de Lota
Sob o pleno do sol abrasada, na cova escavada da falésia
Encontra um homem, que no rosto traja o trabalho terrível
E pelo fundo escuro dos olhos, com um brilho faiscante
Aquele lhe diz, Irmão, já te conhecia há muito tempo!
«Que mais quer um poeta?», se pelas mãos enegrecidas
Entre calos e rugas, achando entre si as suas
Esse homem lhe diz, Irmão, já te conhecia há muito tempo!
O Templo da Glória Literária, Esfera do Caos, p. 135.
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