venerdì 21 settembre 2012

Rubem Fonseca
E nel mezzo del mondo prostituto, solo amore pel mio sigaro ho tenuto


Mandrake si trova stavolta alle prese con una sciarada che si annuncia impossibile: Gustavo Flávio, scrittore di successo e amante di successo ancor più grande, si vede recapitare per posta delle foto di donna, tutte di sue ex partner o amanti occasionali. A pochi giorni di distanza da ogni invio, la donna ritratta nella foto viene brutalmente uccisa con dei colpi d’arma da fuoco, sempre la stessa, in circostanze simili tra di loro. 
Le deposizioni di Gustavo, quelle di sua moglie Luíza e della sua ex moglie Amanda, registrate e trascritte da Mandrake, ci danno un quadro della situazione, anche se frammentario e discontinuo. Sullo sfondo del consumo di sigari di marca quale indicatore sociale di mondanità e vizio, si snoda una vicenda dai contorni sfuggenti e inquietanti. 


Il mio nome è Mandrake, sono avvocato criminalista. I casi di omicidio sono sempre una specie di sciarada. I clienti ti mentono sempre, i poliziotti ti mentono, i testimoni mentono a tutti. Ho iniziato a mettere insieme questo rompicapo senza disporre di tutte le sue parti, con pazienza, dopo aver sentito attori e coadiuvanti di questa trama. Ho registrato la maggior parte delle conversazioni che ho avuto con tutti loro. 
[…] 
«Quel giorno sono arrivata all’appartamento di Gustavo con una scatola di Corona giganti (il formato di un churchill), della Bolívar. Mentre lui apriva la scatola, commentando che il disegno del coperchio mostrava un antipatico Bolívar con il naso a punta e la bocca cinica, mi sono versata un bicchiere d’acqua nel cucinino e ho preso la pillola inibitrice dell’appetito. Volevo dimagrire fino ad essere come la sua nuova moglie, Luíza».

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