martedì 24 maggio 2011

Nuno Júdice

Scrittore, poeta e saggista portoghese è nato a Mexilhoeira Grande, nell’Algarve. Filologo romanzo e medievista, è professore all’Universidade Nova di Lisbona, dove si è laureato nel 1989 con una tesi sulla Letteratura Medievale. Ha ricoperto anche l’incarico di consigliere culturale presso l’Ambasciata Portoghese in Francia e di direttore dell’Istituto Camões di Parigi.
Ha pubblicato diversi romanzi e saggi di argomento letterario. Nel 1993 è uscito in Francia il suo volume per la divulgazione della letteratura portoghese del XX secolo: Voyage dans un siècle de littérature portugaise (l’edizione portoghese, Viagem por um século de literatura, risale al 1997).
Sue opere sono tradotte in Italia, Spagna, Veenzuela, Inghilterra e Francia, dove l’editore Gallimard, nella sua prestigiosa collezione di Poesia, ha pubblicato Un chant dans l'epaisseur du temps.

Fra le sue opere narrative ricordiamo Plâncton (1981), A Manta Religiosa (1982), O Tesouro da Rainha de Sabá (1984), Vésperas de Sombras (1999) e Por Todos os Séculos (1999).

Ha pubblicato numerose raccolte poetiche, a cominciare da A noção do poema (1977). Sono seguite Crítica Doméstica dos Paralelipípedos (1973), O Mecanismo Romântico da Fragmentação (1975), O Voo de Igitur Num Copo de Dados (1981), A Partilha dos Mitos (1982), Lira de Líquen (1985, Prémio Pen Club Português), A Condescendência do Ser (1988), Enumeração de Sombras (1989), As Regras da Perspectiva (1990), Um Canto na Espessura do Tempo (1992), Meditação sobre Ruínas (1994, Grande Prémio de Poesia dell'Associazione Portoghese degli Scrittori, 1995), O Movimento do Mundo (1996), A Fonte da Vida (1997), Raptos/Enlévements/Kidnappings (1998, poesia scelte, con ilustrazioni di Jorge Martins), Teoria Geral do Sentimento (1999), Linhas de Água (2000) e A Árvore dos Milagres (2000), fino alle più recenti Pedro lembrando Inês (2002) e Cartografia de Emoções (2002).

“La poesia di Júdice (a cominciare dalle chiare suggestioni degli esordi) può essere letta sotto il segno della riflessività, sottesa da una posizione di inquietudine esistenziale e da una grande curiosità conoscitiva. Così le pur esplicite ascendenza romantiche, così come la vocazione simbolista che affiora nei poemi in prosa vengono sottoposte a successive interrogazioni e a volte diluite in un atteggiamento sottilmente ironico o svelatamente parodico. L’«io» poetico si organizza intorno a biografie immaginarie sullo sfondo di paesaggi inventati, visioni di mondi inquieti, in cui prevale ora una vegetazione originaria, ora una minerale desertificazione che sempre evoca l’immobilità della morte, con una fioritura di immagini che sembrano prese a prestito da sogni infantili, e in cui spesso ricorre il mare, che fa ancora più portoghese la sua poesia” (Vincenzo Barca, in Poesia straniera – Portoghese e Brasiliana, Roma 2004, p. 462).

Scrive Nuno Júdice: “Mi piace l’istante in cui la ragione sembra allontanarsi dall’uomo, e il linguaggio resta l’unico legame con un continente che si conosce. Forse perché ho sempre presente l’immagine dell’Oceano, il cui rumore lontano arrivava al villaggio, portato dal vento nelle notti di tempesta”.

Arte poetica 

L’aria è piena di parole; e
perfino quelle che si perdono sul fondo
dei muri, quelle che cadono in autunno
come le foglie degli alberi, quelle
che affogano nel pantano delle indecisioni,
lasciano nell’aria la loro eco. Così,
il poeta segue un destino da collezionista
raccogliendole, anche quelle
il cui sussurro si confonde con il vento,
stringendole sulla pagina, dove si agitano,
tremando con il soffio della voce,
o acquisiscono la durezza del marmo, brillando
solo quando la luce del verso
le sfiora.


Arte Poética

O ar está cheio de palavras; e
Até as que perdem contra o fundo
de muros, as que caem no outono
como as folhas das árvores, as
que se afogam no pântano das indecisões,
deixam no ar o seu eco. Assim,
o poeta segue um destino de coleccionador
ao recolhê-la, mesmo essas
cujo murmúrio se confunde com o vento,
e prendê-las à página, onde se agitam,
estremecendo com o sopro da voz,
ou adquirem a dureza do mármore, brilhando
apenas quando a luz do verso
as toca.

(in O movimento do mundo, 1996)

Fonte dei testi poetici: ipercorsidigriselda

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