venerdì 24 dicembre 2010
venerdì 17 dicembre 2010
MACRO Testaccio - PLUS ULTRA. Opere dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo
Luogo
MACRO Testaccio
Orario
da martedì a domenica ore 16.00 - 24.00Chiuso lunedì, 24-25 e 31 dicembre, 1 gennaio
Lunedì 6 e 27 dicembre 2010 e lunedì 3 gennaio 2011 il Museo sarà eccezionalmente
aperto al pubblico secondo il consueto orario e relativa tariffazione vigente.
Biglietto d'ingresso
Biglietto MACRO Testaccio
Biglietto cumulativo
Biglietto unico integrato
Informazioni
06.0608 (tutti i giorni ore 9.00-21.00)
Organizzazione
MACRO
Con la collaborazione di
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Con il supporto di Gioco del Lotto - Lottomatica
giovedì 16 dicembre 2010
L’Associazione Culturale Luís de Camões riprende le sue attività
Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito a chiarire la situazione, consentendoci di riprendere con serenità, e rinnovata passione, la nostra azione di divulgazione della cultura portoghese in Italia.
Ricordiamo, in particolare, tutti gli amici che negli ultimi mesi hanno sostenuto la nostra Associazione, in Italia e in Portogallo, con iniziative, prese di posizione, consigli e incoraggiamenti.
Una menzione speciale va all’editore Vincenzo Ursini, Presidente dell’Accademia dei Bronzi, che si è offerto di pubblicare in Italia, a sue spese, un libro di uno scrittore portoghese che ha aderito alla nostra iniziativa.
A tutti il nostro più sentito grazie!
Il Portogallo è grande
Mario G. LOSANO - Oceano, il mondo visto da Lisbona
José FREIRE NOGUEIRA - Il 'Grande Spazio' nell'immaginario geopolitico portoghese
António SILVA RIBEIRO - A che ci serve il mare
Armando MARQUES GUEDES - La lusofonia nella partita del Sud-Atlantico
António Paulo DUARTE - Portugal maior
José Alberto LOUREIRO DOS SANTOS - Il modo portoghese di fare la guerra
Roberto VECCHI - Il molo estremo
Hélder MACEDO - Nazione versus impero
António RUSSO DIAS - La riscossa della lusofonia
António HORTA FERNANDES - Il Portogallo nella storia del sapere geopolitico
Luis TOMÉ - Born to Nato
Paula MONGE - La difesa europea per un paese atlantico
PARTE II - OMBRE E LUCI DEL RETTANGOLO
José Félix RIBEIRO - Una piccola economia dalle grandi ambizioni
Roberto BELLINZONA - Lisbona e Madrid separate in casa
Carlos ZORRINHO - L'innovazione come antidoto alla crisi
João FREIRE - La breve parabola dell'Estado social
Luca DEL BALZO DI PRESENZANO - Perché non possiamo non vedere il Portogallo
PARTE III - TRA IBERIA E LUSOSFERA
Roberta SCIAMPLICOTTI - Olivenza o Olivença?
Miguel DE UNAMUNO - Un popolo suicida
Maria DO CÉU PINTO - Lisbona riscopre il Mediterraneo
Catia DOS SANTOS - Capo Verde, una perla atlantica che fa gola a molti
Marco MARINUZZI - Macao, la Cina latina
Nuno CANAS MENDES - Timor, meu amor!
Luís ELIAS - L'incerto futuro di Timor Est
Omar GHIANI - Portoghesi (poco) uniti d'America
Fiabalandia – Intercultura: Una stella – Uma estrela, di Manuel Alegre
Fernando Pessoa
Nacque a Lisbona nel 1888 e vi morì nel 1935. I suoi genitori (nella foto a sinistra) furono Joaquim de Seabra Pessoa, funzionario pubblico del Ministero della Giustizia e critico musicale del Diário de Notícias, e Maria Magdalena Pinheiro Nogueira, originaria delle Azzorre. Il padre morì a soli 43 anni per tubercolosi, lasciando la moglie, il piccolo Fernando e suo fratello Jorge, che sarebbe morto prima di compiere un anno di vita. Qualche tempo dopo la madre passò in seconde nozze e la famiglia si trasferì a Durban, in Sudafrica, dove il patrigno era Console del Portogallo. Qui Pessoa trascorse gran parte della sua infanzia e adolescenza, e imparò l’inglese che divenne la sua seconda lingua. Rientrò a Lisbona nel 1905 per laurearsi in Lettere, ma lasciò gli studi universitari per lavorare come corrispondente commerciale in ditte di import-export, impiego che svolse dal 1908 fino alla morte.
Se la sua vita privata si svolse nella routine quotidiana dell’impiegato di concetto, Pessoa fu un protagonista assoluto della scena letteraria portoghese, con la creazione di movimenti d’avanguardia e di riviste che rinnovarono e animarono la vita culturale del suo paese per più di un trentennio. Ricordiamo a questo proposito la sua collaborazione a riviste come Orpheu e Portugal futurista, dove pubblicò scritti teorici e critici, e la sua amicizia con importanti esponenti della cultura del suo tempo, come il poeta Sá-Carneiro e il pittore Almada Negreiros.
Fra i suoi precursori si possono annoverare Camilo Pessanha e Cesário Verde, ma la figura di Pessoa rimane fra le più singolari della letteratura portoghese ed europea. Sviluppò una conoscenza profonda della filosofia romantica (Schopenhauer, Nietzsche) e del simbolismo francese, e coltivò interessi per la Cabbala e la tradizione teosofica e occultistica. Nella sua Nota biografica, Pessoa si definisce “iniziato, per comunicazione diretta da Maestro a Discepolo, nei tre gradi minori dell’(apparentemente estinto) Ordine Templare di Portogallo”.
Nella lettera indirizzata ad Adolfo Casais Monteiro, il 13 gennaio
Quasi tutte le sue opere furono pubblicate postume a partire dal
Scrisse anche testi polizieschi, vari poemi in lingua inglese e l'opera in un atto O Marinheiro, che l’autore definì “dramma statico”. Il dramma è ambientato in un vago Medioevo dal sapore maeterlinckiano. Le protagoniste sono tre donne che vegliano il cadavere di una fanciulla alla luce della luna, intessendo un dialogo metafisico sul tema dell'attesa: tutta la vita è attesa di un evento incomprensibile, forse della morte.
Fra le opere maggiori di Pessoa, si collocano senz’altro le poesie di Álvaro de Campos, le Odi di Ricardo Reis e i Sonetti e le Canzoni dell’ortonimo.
Nelle Poesie di Álvaro de Campos il poeta indaga il senso della vita moderna e mette in luce le contraddizioni insite in ogni forma di convivenza umana, affrontando anche il tema del mare e dell’ambiguità dell’Eros. I toni possono essere violenti e tumultuosi, ma fanno da contrappeso il sottile senso dell’ironia e della solitudine che pur attraversano tutta l’opera.
Nelle Odi di Ricardo Reis la concezione pagana e precristiana della caducità dell’esistenza si fonde a una profonda metafisica dell’amore, con versi di una prodigiosa essenzialità; mentre nei Sonetti e nelle Canzoni dell’ortonimo prevalgono il ragionamento filosofico e i temi autobiografici, con una densità di linguaggio che non ha eguali in tutto lo sviluppo della lirica del Novecento, da Rimbaud e Mallarmé a Eliot e Montale. Sono le opere per cui Pessoa è riconosciuto come uno dei maggiori poeti di lingua portoghese, paragonabile per il suo valore a Camões, ma anche come il poeta più rappresentativo del XX secolo, accanto a Pablo Neruda.
Opere in italiano di Fernando Pessoa:
Fernando Pessoa. "Il marinaio", nella traduzione di Antonio Tabucchi, Torino, editore Einaudi tascabili, collana "Scrittori tradotti da scrittori", 1988 (testo in portoghese a fronte).
Aforismi sull'arte, trad. e nota di Sandro Naglia, in Micromega, n° 5, 1997.
Alla memoria del Presidente-Re Sidónio Pais, saggio introduttivo e traduzione di Brunello De Cusatis, Roma, Antonio Pellicani, 1997, pagine 70, titolo originale À Memória do Presidente-Rei Sidónio Pais.
Chuva Oblíqua: dall'Infinito turbolento di Fernando Pessoa all'Intersezionismo portoghese, traduzione di Luciana Stegagno Picchio, Pisa, Quaderni Portoghesi n. 2, autunno 1977, pp. 27-63.
Da Il guardiano di greggi di Alberto Caeiro, Poema Ottavo, Ed. Maria José de Lancastre, trad. Marco Forti, in "Almanaco dello Specchio", nº 9, pp. 70-81, Milano, Arnoldo Mondadori editore, 1980.
De Pessoa a Oliveira, La Moderna Poesia Portoghese – Modernismo, Surrealismo, Neorealismo, ed. Giuseppe Tavani, Milano, Ed. Accademia, 1973.
Due racconti del mistero, trad. Amina Di Munno, Genova, Herodote Ed., 1983, 74 p.
Epitaffi, trad. Sandro Naglia, in: Micromega n° 3/2001.
Epitalamio, trad. Sandro Naglia, Pescara, Edizioni Tracce, 1994.
Faust, ed. Maria José de Lancastre, Torino, Einaudi, 1995, 135 p. Tit. orig. Fausto. Tragédia Subjectiva.
Imminenza dell'ignoto, trad. Luigi Panarese, Milano, Ed. Accademia, 1972.
Il banchiere anarchico, a cura di Ugo Serani, Firenze, Passigli Editori, 2001, pp. 93.
I trentacinque sonetti, a cura di Ugo Serani, Firenze, Passigli Editori, 1999, pp. 93.
La divina irrealtà delle cose. Aforismi e dintorni, edizione e prefazione di Richard Zenith, trad. di Guia Boni, Firenze, Passigli Editori, 2004, pp. 109.
Lettera a un poeta, Ed. Sandro Naglia, in "Micromega" n°5/2006
Lettere alla fidanzata, con una testimonianza di Ophélia Queiroz, Ed. Antonio Tabucchi, Milano, Adelphi Edizioni, 1988, 124 p. - Tit. orig.: Cartas de amor de Fernando Pessoa.
Lisbona: quello che il turista deve vedere, trad. Ugo Serani, Roma, Biblioteca del Vascello, 1995, 100 p. Tit. orig. Lisbon: What the tourist should see.
Mumia, Pisa, Quaderni Portoghesi, Autunno 1977, pp. 69-73.
Novelle poliziesche, trad. Roberto Mulinacci e Amina Di Munno, Firenze, Passigli Editori, 199, 141 p. Tit. orig. A Very Original Dinner, Novelas Policiárias. ISBN 88-368-0546-9.
Pagine di letteratura portoghese (antologia), trad. P. A. Jannini, Milano, Nuova Accademia, 1955, pp. 384-393.
Poesia (Trad. 4 poemas de Pessoa), in Poesia, Quaderno Secondo, pp. 370-373, Milano, Mondadori, 1945.
Le poesie di Ricardo Reis, trad. Laura Naldini e Virginiaclara Caporali, con testo a fronte, Firenze, Passigli, 2005. Premio "Leone Traverso" nella 36ª edizione 2006 del "Premio Monselice per la traduzione".
Politica e Profezia. Appunti e Frammenti 1910-
Quartine di gusto popolare, introduzione di S. Naglia, trad. di Sandro Naglia e Mariavittoria Altieri, Pescara, Tracce, 1992 (ried. Pescara/Roma, Tracce/L'Unità, 1999).
Racconti dell'inquietudine, a cura di Piero Ceccucci, traduzioni di Orietta Abbati, Piero Ceccucci, Laura Naldini, Giorgio De Marchis, Simone Celani, Milano, BUR, 2007, 288 p.
Scritti di sociologia e teoria politica, a cura di Brunello De Cusatis, Roma, Settimo Sigillo, 1994, 222 p.
Una sola moltitudine, ed. Antonio Tabucchi/Maria José de Lancastre, Milano, Adelphi Edizione, 1979, portoghese/italiano
Il sonetto portoghese, dalle origini ai nostri giorni (trad. de dois sonetos de Passos da Cruz), trad. Leo Negrelli, Firenze, Il Fauno Ed., 1964.
Tre saggi di critica letteraria, ed. Sandro Naglia, in: "Tracce" n° 42-43, giugno 1996.
Tre sonetti di Fernando Pessoa, trad. Luigi Panarese, Firenze, "Quartiere" n.º 3.
L'ultima maschera di Fernando Pessoa: le «Quadras ao gosto popular», trad. Silvano Peloso, in: Quaderni Portoghesi, n.º 2, pp. 127-147. Milano, Autunno 1977.
Ultimatum e altre esclamazioni, ed. Ugo Serani, Roma, Biblioteca del Vascello, 1994, 111 p.
L’ultimo sortilegio, trad. Carmen Radulet, Milano, "Quaderni Portoghesi", n.° 2, Autunno 1977, pp. 108
Poesie di Fernando Pessoa, edizioni Passigli.
Economia & Commercio. Impresa, monopolio, libertà, a cura di Brunello De Cusatis, postfazione di Alfredo Margarido, Roma, Ideazione Editrice, 2000, pp. 283.
I racconti / Fernando Pessoa, Firenze, Passigli, 2005, 220 p. (contiene, in trad. italiana: A hora do Diablo (trad. di Roberto Mulinacci), O banqueiro anarquista (trad. di Ugo Serani), A very original dinner, Novelas policiárias (trad. di Amina Di Munno).
Pagine Esoteriche, Adelphi edizioni, Milano,
Il libro dell'inquietudine, a cura di Maria José de Lancastre, prefazione di Antonio Tabucchi, trad. di Maria José de Lancastre e Antonio Tabucchi, Milano, Feltrinelli, 1996.
Il libro dell'inquietudine, Newton & Compton Editori, Roma,
Saggi sulla lingua, cura e trad. di Simone Celani, Il filo, Roma, 2006.
Il caso Vargas, cura e trad. di Simone Celani, Il filo, Roma, 2006.
Pagine di Estetica, a cura di Micla Petrelli, Quodlibet, Macerata, 2007.
Racconti dell'inquietudine, a cura di Piero Ceccucci, tr. di Piero Ceccucci, Orietta Abbati, Laura Naldini, Giogio De Marchis, Simone Celani, BUR/Rizzoli, Milano, 2007.
Poesie, a cura di Piero Ceccucci, Prefazione di José Saramago, BUR/Rizzoli, Milano, 2009.
Il mondo che non vedo, a cura di Piero Ceccucci, Postfazione di José Saramago, trad. di Piero Ceccucci e Orietta Abbati, BUR/Rizzoli, Milano, 2009.
Il banchiere anarchico, introduzione di Fulvio Abbate, Nova Delphi Libri, Roma 2010.
La mia patria è la lingua portoghese...
Non ho alcun sentimento politico o sociale. Eppure ho, in un certo senso, un alto sentimento patriottico. La mia patria è la lingua portoghese. Non m’importerebbe niente se invadessero od occupassero il Portogallo, a condizione che non mi disturbassero personalmente. Ma odio, con un odio vero, con l’unico odio che sento, non chi scrive male il portoghese, non chi non sa la sintassi, non chi scrive con un’ortografia semplificata, ma la pagina scritta male, come se fosse una persona vera; la sintassi sbagliata come se fosse qualcuno da picchiare; l’ortografia senza ipsilon, come uno sputo diretto che mi fa schifo indipendentemente da chi sputa.
Si, perché anche l’ortografia è una persona. La parola è completa se vista e sentita. E la gala della traslitterazione greco-romana me la veste col suo vero manto regio, per il quale è signora e regina”.
Fernando Pessoa, Il libro dell’inquietudine, Milano, Impronte/Feltrinelli, 1996, p. 252.
Retrato de Fernando Pessoa, 1964 - Olio su tela
Colecção Centro de Arte Moderna, Fundação Calouste Gulbenkian
Copyright © Laura Za
Minha patria é a lingua portuguesa
“Não chóro por nada que a vida traga ou leve. Há porém paginas de prosa me teem feito chorar. Lembro-me, como do que estou vendo, da noute em que, ainda creança, li pela primeira vez numa selecta, o passo celebre de Vieira sobre o Rei Salomão, "Fabricou Salomão um palacio..." E fui lendo, até ao fim, tremulo, confuso; depois rompi em lagrimas felizes, como nenhuma felicidade real me fará chorar, como nenhuma tristeza da vida me fará imitar. Aquelle movimento hieratico da nossa clara lingua majestosa, aquelle exprimir das idéas nas palavras inevitaveis, correr de agua porque ha declive, aquelle assombro vocalico em que os sons são cores ideaes - tudo isso me toldou de instincto como uma grande emoção politica. E, disse, chorei; hoje, relembrando, ainda chóro. Não é - não - a saudade da infancia, de que não tenho saudades: é a saudade da emoção d'aquelle momento, a magua de não poder já ler pela primeira vez aquella grande certeza symphonica.
Não tenho sentimento nenhum politico ou social. Tenho, porém, num sentido, um alto sentimento patriotico. Minha patria é a lingua portuguesa. Nada me pesaria que invadissem ou tomassem Portugal, desde que não me incommodassem pessoalmente, Mas odeio, com odio verdadeiro, com o unico odio que sinto, não quem escreve mal portuguez, não quem não sabe syntaxe, não quem escreve em orthographia simplificada, mas a pagina mal escripta, como pessoa própria, a syntaxe errada, como gente em que se bata, a orthographia sem ípsilon, como escarro directo que me enoja independentemente de quem o cuspisse”.
DIZER POESIA - Isabel Branco e la grande poesia lusofona alla RDP Internacional
di Domenico Condito
La poesia è sempre un dono speciale. E’ per questo che ricordo il giorno del mio incontro con la poetessa Isabel Branco: era il 17 aprile del 2009. Mi trovavo negli studi della RTP - Rádio e Televisão de Portugal, per il reportage televisivo sulla ricerca storica che avevo realizzato a Lisbona. Trascorremmo insieme il pomeriggio, visitando gli studi della RTP, dove Isabel lavora ormai da anni. Parlammo molto, e quell’incontro è fra le esperienze più care che ho vissuto in Portogallo. Le parole di Isabel fluivano semplici e profonde, e tutto risultava più vivo e naturale alla luce della sua sensibilità, del suo tono “azzurro”, come lo definisce Diego Martinez Lora. Era la “magia” di un’anima capace di cogliere la verità multiforme e stupefacente della vita anche nei risvolti più consueti del quotidiano. Ci salutammo con un forte abbraccio, che mi rese partecipe per sempre del suo universo umano e poetico. Tutto ciò avvenne in Portogallo, un paese, l’unico al mondo, che ha istituito una festa nazionale per celebrare il suo maggiore poeta, Luís de Camões.
Non mi sorprende, allora, che Isabel conduca oggi un programma sulla poesia alla RDP Internacional, la radio di lingua portoghese più ascoltata al mondo. La poetessa guida gli ascoltatori alla scoperta dei poeti del mondo lusofono; lei che, nata in Angola, ha conosciuto gli orrori della guerra e il dramma della separazione da quel paese che amerà per sempre.
Il programma, DIZER POESIA, va in onda ogni venerdì sulla RDPI, alle 01.30, 15.30 e 00.13, ora italiana. In Italia è possibile seguire il programma online (in diretta o registrato) sul sito della RTP, Rádio e Televisão de Portugal, o attraversola TV satellitare, piattaforma Sky, dopo aver effettuato la ricerca dei canali stranieri con il decoder.
DEZ DEGRAUS ATÉ AO SOL
Um dia, o meu sol brilhará
e em centelhas de azul,
em pedacinhos se repartirá.
Trilhados no limiar da dor,
da poesia e do eterno amor,
dez degraus... ascendentes a sul,
serão meu longo caminho até lá.
De imanências tais surgirá
em radiosa fonte de luz e calor
e de mim, para o mundo, restará.
Isabel Branco, Dez Degraus até ao Sol, Editorial 100, Vila Nova de Gaia 2007, p. 6
Domenico Condito e Isabel Branco
negli studi della RTP - Rádio e Televisão de Portugal
mercoledì 3 novembre 2010
Actualidade do antifascismo cultural de Pier Paolo Pasolini
lunedì 1 novembre 2010
O Livro, l’ultimo romanzo di José Luís Peixoto
Grazie, Susete!
L’Autore
In Italia sono stati pubblicati:
Una casa nel buio (Uma Casa na Escuridão), traduzione di V. Russo, introduzione di Luis Sepulveda, La Nuova Frontiera;
Questa Terra ora Crudele (Morreste-me), trad. di G. Lanciani, La Nuova Frontiera;
da dicembre 2010 sarà disponibile:
Cimitero di pianoforti (Cemitério de Pianos), trad. di G. Boni, Einaudi.
L’autore ci cattura fin da subito con l’incipit del libro - «La madre pose il libro nelle mani del figlio» - che ci introduce nello spazio e nel tempo di un mondo rurale, che richiama il villaggio di Galveias, dove Peixoto nacque e trascorse la sua infanzia. Un microcosmo fatto di stradine, canali, fontane, vichi e piccole abitazioni, animato da personaggi come Ilídio, Adelaide, Josué, Cosme, Galopim e la vecchia Lubélia, la cui scelta dei nomi sembra riflettere un particolare tratto stilistico dello scrittore. A questo punto della narrazione non è ancora dato di sapere che O Livro del titolo è molto più di quel “libro” posto dalla madre nelle mani del figlio, e che il “libro” multiforme di Peixoto contiene a sua volta altri libri.
Una delle ragioni per cui, secondo Peixoto, non esiste un romanzo come questo, con questa tematica, nella letteratura portoghese, risiede nel fatto che nelle famiglie che hanno vissuto il fenomeno dell’emigrazione in Francia, solo la sua generazione ha conquistato la capacità di “scrivere”. José Luís Peixoto ricorda con orgoglio i suoi nonni, che non sapevano né leggere né scrivere, e i suoi genitori che, come migliaia di altri portoghesi, affrontarono le asprezze dell’emigrazione in Francia e “mai avrebbero immaginato che un giorno il loro figlio si sarebbe guadagnato da vivere scrivendo libri”. "Il protagonista del libro – spiega Peixoto – cerca di capire da dove viene. Apparteniamo entrambi a una generazione che è nata quasi orfana di memoria, e siamo cresciuti sentendo dire che non abbiamo vissuto né la rivoluzione, né la guerra coloniale e neanche l’ondata dell’emigrazione”. Da questo recupero della memoria collettiva, dove sono le storie degli individui a dare forma e spessore all’identità comune, José Luís Peixoto sviluppa forse l’aspetto più coinvolgente e attuale del suo romanzo. Lo scrittore è rimasto molto colpito dalle grandi trasformazioni che ha registrato il Portogallo negli ultimi decenni, e ne analizza le implicazioni più profonde sia a livello della vita individuale che sociale. Esplicito il riferimento, a questo riguardo, alle ricerche di António Barreto, “che – rivela lo scrittore – sono state per me una fonte molto utile”. O Livro, quindi, parte da lontano per approdare al tempo presente, rappresentando sul proscenio della narrazione, attraverso il tema dell’emigrazione, il cambiamento epocale che ha segnato il Portogallo ridefinendone l’identità. Una trasformazione che ha cambiato la vita dello scrittore come quella dei suoi connazionali, e che è possibile ripercorrere nello svolgimento di questo romanzo. “Diciamo così spesso male del nostro paese – dichiara Peixoto - che a volte dimentichiamo che lo sprint del Portogallo negli ultimi 40–50 anni ha determinato, rispetto al passato, differenze abissali nelle condizioni di vita dei portoghesi”.
venerdì 29 ottobre 2010
Na Cinemateca Portuguesa - Museu do Cinema: Festival Temps d'Images
giovedì 28 ottobre 2010
Leonor M. Vale, Scultura barocca italiana in Portogallo
Igreja de São Roque, Lisbona
(Foto di Laura Za)
martedì 26 ottobre 2010
O Anjo Branco, il romanzo-verità di José Rodrigues dos Santos che racconta la storia del Portogallo in Mozambico
Dopo aver esordito nell’universo letterario nel 2002 con il romanzo A Ilha das Trevas, lo speaker della televisione pubblica, di 46 anni, propone questa volta un romanzo che profuma d’Africa e registra fatti che hanno segnato la sua vita. Ha negato, però d’essersi immerso in una forma di scrittura “saudosista”: “Ho cerato di scrivere un libro – ha affermato – che raccontasse in modo veritiero la storia del Portogallo in Africa, esponendone sia le virtù che le miserie. Oltre ai giorni di scrittura, alle ricerche e ai viaggi in Mozambico, questa storia mi ha lasciato un’importante eredità: mio padre mi ha insegnato che dobbiamo fare sempre ciò che è giusto, anche se ciò può pregiudicare la nostra posizione. Come sostiene un personaggio del romanzo, se fare sempre ciò che è giusto fosse facile lo farebbero tutti. Ma se i nostri comportamenti non seguissero un’etica, nulla ci distinguerebbe dagli animali. O Anjo Branco (L’Angelo bianco) – conclude lo scrittore - non è solo il titolo del libro, ma è anche il nome con il quale mio padre, protagonista del romanzo, era conosciuto in Mozambico. Leggendo il libro si capisce perché”.
lunedì 25 ottobre 2010
O Templo da Glória Literária, l'omaggio alla grande poesia di Miguel Almeida
O Templo da Glória Literária (edizioni Esfera do Caos), questo il titolo del libro, mette in scena un'azione poetica rituale ed evocativa, dove inevitabili ed espliciti sono i riferimenti alla più alta tradizione poetica italiana, ma non solo.
L’idea centrale che percorre tutta l’opera è che da qualche parte, forse nella mente di ciascuno di noi, esiste un tempio, il Tempio della Gloria Letteraria. Una luminosa architettura dello spirito - parole e memoria - costruita dalle letture che abbiamo fatto e che conserviamo per sempre. Il criterio che ha guidato la costruzione dell’Autore è quello della fama e della gloria letteraria, nell’espressione massima della sua universalità attuale e perenne, eterna e immortale, che travalica lo spazio e il tempo. Omero, Pindaro, Virgilio, Ovidio, fra i grandi nomi della poesia greca e latina, ma anche Dante, Petrarca, Camões, Cervantes, Shakespeare, Goethe, Byron, Baudelaire, Rimbaud, Yeats, Pessoa, Eliot, Lorca, Brecht, Neruda, Sophia, O’Neill sono, fra gli altri, il pretesto utilizzato da Miguel Almeida per creare composizioni poetiche originali, da dedicare ai più grandi poeti di tutti i tempi. È che... “L'interno del tempio è abitato solo da (poeti) morti, che non stavano lì quando erano in vita, e da alcuni (poeti) vivi, la maggior parte di loro, che ne sono estromessi quando muoiono”.
È un’opera sui poeti e su quanto di meglio ci hanno lasciato, da Omero a Dante, da Cervantes a Neruda – evocati per essere ricordati e omaggiati. In fondo, è un’opera per tutti coloro che amano fare e leggere poesia.
L’AUTORE
Miguel Almeida è nato nel 1970 a Rãs, un piccolo paese del distretto di Viseu. O Templo da Glória Literária è il suo terzo libro. In passato aveva già pubblicato Um Planeta Ameaçado: A Ciência Perante o Colapso da Biosfera (Esfera do Caos, 2006) e A Cirurgia do Prazer: Contos Morais e Sexuais (Esfera do Caos, 2010). Si è Laureato in Filosofia (indirizzo Filosofia della Scienza) all’Università di Lisbona, dove ha conseguito anche il Master in Filosofia della Natura e dell’Ambiente. Attualmente insegna alla Scuola secondaria Cacilhas-Tejo di Almada. Vive sulla Costa della Caparica con la moglie Carla e il faiglio Gabriele. Sta lavorando alla stesura di altre opere di poesia e prosa.
A seguire la poesia dedicata da Miguel Almeida a Pablo Neruda.
NEFTALÍ RICARDO REYS BASOALTO (1904 – 1973)
O NOME DO POETA
“Coube-me sofrer e lutar, amar e cantar; couberam-me, na partilha do mundo, o triunfo e a derrota,
provei o gosto do pão e o do sangue. Que mais quer um poeta?”
Neruda, Pablo, Confesso que vivi.
Oculta na escolha de um nome, a escolha de ser poeta
Um ser outro, que nos outros se aprecia
E que até se elogia, por vezes
Mas que não queremos que seja a escolha dos nossos.
Mas olhai! Olhai bem! Pensai um pouco!
«Que mais quer um poeta?», se perdido no anonimato de um nome
Entra no labirinto das palavras, e vencendo por elas
Se acolhe num povo, que em breve se fará do tamanho do mundo!
«Que mais quer um poeta?», se na mina de carvão de Lota
Sob o pleno do sol abrasada, na cova escavada da falésia
Encontra um homem, que no rosto traja o trabalho terrível
E pelo fundo escuro dos olhos, com um brilho faiscante
Aquele lhe diz, Irmão, já te conhecia há muito tempo!
«Que mais quer um poeta?», se pelas mãos enegrecidas
Entre calos e rugas, achando entre si as suas
Esse homem lhe diz, Irmão, já te conhecia há muito tempo!
O Templo da Glória Literária, Esfera do Caos, p. 135.
Serpa (Portogallo) - III Incontro Internazionale “Civiltà o Barbarie” – Le sfide del mondo contemporaneo
L’iniziativa radunerà nella città alentejana intellettuali e politologi provenienti da 16 paesi: Argentina, Bolivia, Brasile, Canada, Colombia, Cuba, Francia, Italia, Libano, Messico, Spagna, Portogallo, Salvador, Stati Uniti d’America, Regno Unito e Venezuela.
sabato 23 ottobre 2010
L’esoterismo di Fernando Pessoa
Le prime testimonianze scritte di tali interessi risalgono al 1906. Le ritroviamo in alcuni testi poetici e nel quaderno di appunti del suo eteronimo Alexander Search, dove sono espliciti i riferimenti all’alchimia, l’occultismo e la filosofia ermetica. Ma fra gli oltre venticinquemila documenti che costituiscono lo spoglio Fernando Pessoa nella Biblioteca Nazionale di Lisbona sono tanti i materiali relativi agli interessi esoterici del Poeta. In essi è costante il riferimento alla tradizione ermetica della Chiesa gnostica, che trasmessa in modo occulto ai Cavalieri del Tempio, si sarebbe perpetuata, dopo il loro scioglimento, nell’Ordine di Cristo, nei Rosacroce e nei vari rami della Massoneria europea.
Secondo Silvano Peloso, che ha curato la raccolta Pagine esoteriche del poeta portoghese, il rapporto di Pessoa con la tradizione teosofica e occultista va visto anche “alla luce di un rinnovato interesse per il filone mistico-visionario e profetico della tradizione letteraria portoghese: dal platonismo esoterico di certa lirica di Camões alla grande oratoria barocca di António Vieira, fino a quel simbolismo saudosista novecentesco che, almeno nella versione di Pessoa, reinventando in forme inedite il passato, fornisce a questa poesia un nuovo e più ampio respiro” (vedi post-fazione del volume). La stessa profezia del Quinto Impero, cuore dell’utopia profetica portoghese, acquista così una prospettiva nuova.
Non a caso, nell’opera Mensagem, scrive ancora Peloso, Pessoa allude “a un cammino iniziatico numerologicamente illustrato già dalle otto lettere che compongono il titolo: queste, come lo stesso Pessoa spiega nei suoi appunti, corrispondono alle otto lettere della parola Portugal, e rappresentano non solo il numero dell’armonia, ma anche le otto punte della croce templare, perfettamente esemplata nella pianta ottagonale del convento fortezza che i Cavalieri del Tempio edificarono a Tomar. E quando nel 1317 il re D. Dinis (che proprio per questo Pessoa collocherà nel pantheon dei re-eroi della tradizione portoghese) salverà quel che restava dell’Ordine dalla distruzione totale, inglobandolo nel nuovo ordine di Cristo, la croce delle otto beatitudini passerà sulle vele delle caravelle più tardi lanciate nella grande avventura delle scoperte. L’ordine di Cristo erede e continuatore dell’Ordine del Tempio, si avviava così a realizzare sulla terra la missione ecumenica di cui san Bernardo, D. Dinis e l’Infante D. Henrique erano stati i principali interpreti, e che troverà poi un ulteriore seguito nel sogno profetico e nella grandezza visionaria di quell’António Vieira, definito da Pessoa «l’imperatore della lingua portoghese»”.
della Sacristia Nova del Convento do Cristo – Tomar
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Il sogno alchemico di riunificare la materia e lo spirito esprime, nel linguaggio oscuro dei simboli, l’unione dell’intelligenza materiale e di quella spirituale, i due poteri della Forza, i due lati della conoscenza: da un lato la scienza, la ragione, la speculazione intellettuale, dall’altro la conoscenza occulta, l’intuizione, la speculazione mistica e cabbalistica. In questo ambito, Pessoa riconosce alla creazione letteraria un ruolo essenziale, la ricerca di quella Parola Perduta, di quella scrittura magica che portasse «all’elaborazione di una lingua nuova in grado di esprimere e spiegare la natura di tutte le cose simultaneamente», e della quale avevano parlato i Rosacroce. Conclude Silvano Peloso che “Pessoa poteva così procedere a una riabilitazione del ruolo fondamentale svolto dall’immaginazione (e quindi anche dalla letteratura) all’interno di una scienza che, se è veramente tale, non può essere considerata in senso ristretto e limitativo, ma deve venir vista nella « complessità » delle relazioni in cui vive”. Un orizzonte poetico e teorico quello di Pessoa poco esplorato, ma nel quale è possibile cogliere alcune sorprendenti analogie in campo scientifico. Il principio di indeterminazione di Heisenberg (1927) e il teorema di Gödel (1931) sulla indecidibilità dei sistemi formalizzati (Pessoa era giunto alla stesse conclusioni riguardo alla matematica) sono dei validi esempi in tal senso, così come le più recenti teorie probalistiche, quelle dello sviluppo dei sistemi non lineari, del caos deterministico, fino ai primi passi delle «teorie della complessità».
Sono imperdibili le Pagine esoteriche di Fernando Pessoa, pubblicate dall’editore Adelphi, per chiunque voglia approfondire l’argomento e avventurarsi nei meandri più intimi e sorprendenti di uno dei più grandi geni letterari del Novecento.