giovedì 16 dicembre 2010

Fernando Pessoa

di Domenico Condito

Fernando Pessoa, poeta e scrittore portoghese, è universalmente riconosciuto come uno degli esponenti più significativi della letteratura del XX secolo.

Nacque a Lisbona nel 1888 e vi morì nel 1935. I suoi genitori (nella foto a sinistra) furono Joaquim de Seabra Pessoa, funzionario pubblico del Ministero della Giustizia e critico musicale del Diário de Notícias, e Maria Magdalena Pinheiro Nogueira, originaria delle Azzorre. Il padre morì a soli 43 anni per tubercolosi, lasciando la moglie, il piccolo Fernando e suo fratello Jorge, che sarebbe morto prima di compiere un anno di vita. Qualche tempo dopo la madre passò in seconde nozze e la famiglia si trasferì a Durban, in Sudafrica, dove il patrigno era Console del Portogallo. Qui Pessoa trascorse gran parte della sua infanzia e adolescenza, e imparò l’inglese che divenne la sua seconda lingua. Rientrò a Lisbona nel 1905 per laurearsi in Lettere, ma lasciò gli studi universitari per lavorare come corrispondente commerciale in ditte di import-export, impiego che svolse dal 1908 fino alla morte.

Se la sua vita privata si svolse nella routine quotidiana dell’impiegato di concetto, Pessoa fu un protagonista assoluto della scena letteraria portoghese, con la creazione di movimenti d’avanguardia e di riviste che rinnovarono e animarono la vita culturale del suo paese per più di un trentennio. Ricordiamo a questo proposito la sua collaborazione a riviste come Orpheu e Portugal futurista, dove pubblicò scritti teorici e critici, e la sua amicizia con importanti esponenti della cultura del suo tempo, come il poeta Sá-Carneiro e il pittore Almada Negreiros.

Fra i suoi precursori si possono annoverare Camilo Pessanha e Cesário Verde, ma la figura di Pessoa rimane fra le più singolari della letteratura portoghese ed europea. Sviluppò una conoscenza profonda della filosofia romantica (Schopenhauer, Nietzsche) e del simbolismo francese, e coltivò interessi per la Cabbala e la tradizione teosofica e occultistica. Nella sua Nota biografica, Pessoa si definisce “iniziato, per comunicazione diretta da Maestro a Discepolo, nei tre gradi minori dell’(apparentemente estinto) Ordine Templare di Portogallo”.
Dedicò tutta la sua vita alla progettazione di una vasta opera che non giunse mai a pubblicare in volume, limitandosi alla pubblicazione su riviste e giornali di testi poetici, estetici e filosofici firmati oltre che col suo nome con quelli dei suoi “eteronimi”. Quest’ultimi non vanno intesi come “pseudonimi” di un unico scrittore, ma come “proiezioni” aventi ciascuna vita autonoma. A tutti costoro, Alberto Caeiro, Ricardo Reis, Álvaro de Campos, A. Pacheco, e tanti altri, costruì una biografia e una personalità, e persino le rispettive caratteristiche ideologiche e stilistiche, facendoli muovere nell’ambiente letterario portoghese come se si trattasse di personaggi reali. A questi personaggi si aggiunge naturalmente il Pessoa “ortonimo”, che scrive e si firma con il proprio nome, utilizzando metri brevi e in prevalenza rimati. Tutti “costoro” sono talvolta in contrasto fra di loro, ma la loro polemica rappresenta il drama em gente (dramma fatto persona) che riassume la vicenda letteraria dell'autore, ed esplicita sul piano formale la complessità occulta in ogni uomo.

Nella lettera indirizzata ad Adolfo Casais Monteiro, il 13 gennaio 1935, a proposito della genesi dei suoi eteronimi Pessoa scrive: « L'origine dei miei eteronimi è il tratto profondo di isteria che esiste in me. [...] L'origine mentale dei miei eteronimi sta nella mia tendenza organica e costante alla spersonalizzazione e alla simulazione. Questi fenomeni, fortunatamente, per me e per gli altri, in me si sono mentalizzati; voglio dire che non si manifestano nella mia vita pratica, esteriore e di contatto con gli altri; esplodono verso l'interno e io li vivo da solo con me stesso».
Sempre nella stessa lettera, descrive la nascita del suo primo eteronimo: « Un giorno in cui avevo definitivamente rinunciato — era l'8 marzo 1914 — mi sono avvicinato da un alto comò e, prendendo un foglio di carta, mi sono messo a scrivere, all'impiedi, come faccio ogni volta che posso. E ho scritto circa trenta poesie di seguito, in una specie di estasi di cui non riesco a capire il senso. Fu il giorno trionfale della mia vita e non potrò mai averne un altro come quello. Cominciai con un titolo: O Guardador de Rebanhos (Il Guardiano di greggi). E quello che seguì fu la nascita in me di qualcuno a cui diedi subito il nome di Alberto Caeiro. Scusate l'assurdità di questa frase: il mio maestro era sorto in me ».

Quasi tutte le sue opere furono pubblicate postume a partire dal 1942. L'unica opera che pubblicò quando era ancora in vita fu Mensagem (1934), una raccolta di poesie che riprende il tema messianico del destino imperiale e oceanico del Portogallo, secondo la prospettiva del sebastianismo. Ma la stessa tradizione profetica e millenaristica del Quinto Impero viene reinterpretata sul piano filosofico ed esistenziale, superando la tentazione di un misticismo storico di carattere nazionalista e annunciando l’avvento di un Impero spirituale.

Scrisse anche testi polizieschi, vari poemi in lingua inglese e l'opera in un atto O Marinheiro, che l’autore definì “dramma statico”. Il dramma è ambientato in un vago Medioevo dal sapore maeterlinckiano. Le protagoniste sono tre donne che vegliano il cadavere di una fanciulla alla luce della luna, intessendo un dialogo metafisico sul tema dell'attesa: tutta la vita è attesa di un evento incomprensibile, forse della morte.

Fra le opere maggiori di Pessoa, si collocano senz’altro le poesie di Álvaro de Campos, le Odi di Ricardo Reis e i Sonetti e le Canzoni dell’ortonimo.
Nelle Poesie di Álvaro de Campos il poeta indaga il senso della vita moderna e mette in luce le contraddizioni insite in ogni forma di convivenza umana, affrontando anche il tema del mare e dell’ambiguità dell’Eros. I toni possono essere violenti e tumultuosi, ma fanno da contrappeso il sottile senso dell’ironia e della solitudine che pur attraversano tutta l’opera.
Nelle Odi di Ricardo Reis la concezione pagana e precristiana della caducità dell’esistenza si fonde a una profonda metafisica dell’amore, con versi di una prodigiosa essenzialità; mentre nei Sonetti e nelle Canzoni dell’ortonimo prevalgono il ragionamento filosofico e i temi autobiografici, con una densità di linguaggio che non ha eguali in tutto lo sviluppo della lirica del Novecento, da Rimbaud e Mallarmé a Eliot e Montale. Sono le opere per cui Pessoa è riconosciuto come uno dei maggiori poeti di lingua portoghese, paragonabile per il suo valore a Camões, ma anche come il poeta più rappresentativo del XX secolo, accanto a Pablo Neruda.

Opere in italiano di Fernando Pessoa:

Fernando Pessoa. "Il marinaio", nella traduzione di Antonio Tabucchi, Torino, editore Einaudi tascabili, collana "Scrittori tradotti da scrittori", 1988 (testo in portoghese a fronte).
Aforismi sull'arte, trad. e nota di Sandro Naglia, in Micromega, n° 5, 1997.
Alla memoria del Presidente-Re Sidónio Pais, saggio introduttivo e traduzione di Brunello De Cusatis, Roma, Antonio Pellicani, 1997, pagine 70, titolo originale À Memória do Presidente-Rei Sidónio Pais.
Chuva Oblíqua: dall'Infinito turbolento di Fernando Pessoa all'Intersezionismo portoghese, traduzione di Luciana Stegagno Picchio, Pisa, Quaderni Portoghesi n. 2, autunno 1977, pp. 27-63.
Da Il guardiano di greggi di Alberto Caeiro, Poema Ottavo, Ed. Maria José de Lancastre, trad. Marco Forti, in "Almanaco dello Specchio", nº 9, pp. 70-81, Milano, Arnoldo Mondadori editore, 1980.
De Pessoa a Oliveira, La Moderna Poesia Portoghese – Modernismo, Surrealismo, Neorealismo, ed. Giuseppe Tavani, Milano, Ed. Accademia, 1973.
Due racconti del mistero, trad. Amina Di Munno, Genova, Herodote Ed., 1983, 74 p.
Epitaffi, trad. Sandro Naglia, in: Micromega n° 3/2001.
Epitalamio, trad. Sandro Naglia, Pescara, Edizioni Tracce, 1994.
Faust, ed. Maria José de Lancastre, Torino, Einaudi, 1995, 135 p. Tit. orig. Fausto. Tragédia Subjectiva.
Imminenza dell'ignoto, trad. Luigi Panarese, Milano, Ed. Accademia, 1972.
Fernando Pessoa. Una sola moltitudine, trad. Antonio Tabucchi, collab. Maria José de Lancastre, Milano, Adelphi, 1979, portoghese/italiano.
Il banchiere anarchico, a cura di Ugo Serani, Firenze, Passigli Editori, 2001, pp. 93.
I trentacinque sonetti, a cura di Ugo Serani, Firenze, Passigli Editori, 1999, pp. 93.
La divina irrealtà delle cose. Aforismi e dintorni, edizione e prefazione di Richard Zenith, trad. di Guia Boni, Firenze, Passigli Editori, 2004, pp. 109.
Lettera a un poeta, Ed. Sandro Naglia, in "Micromega" n°5/2006
Lettere alla fidanzata, con una testimonianza di Ophélia Queiroz, Ed. Antonio Tabucchi, Milano, Adelphi Edizioni, 1988, 124 p. - Tit. orig.: Cartas de amor de Fernando Pessoa.
Lisbona: quello che il turista deve vedere, trad. Ugo Serani, Roma, Biblioteca del Vascello, 1995, 100 p. Tit. orig. Lisbon: What the tourist should see.
Mumia, Pisa, Quaderni Portoghesi, Autunno 1977, pp. 69-73.
Novelle poliziesche, trad. Roberto Mulinacci e Amina Di Munno, Firenze, Passigli Editori, 199, 141 p. Tit. orig. A Very Original Dinner, Novelas Policiárias. ISBN 88-368-0546-9.
Pagine di letteratura portoghese (antologia), trad. P. A. Jannini, Milano, Nuova Accademia, 1955, pp. 384-393.
Poesia (Trad. 4 poemas de Pessoa), in Poesia, Quaderno Secondo, pp. 370-373, Milano, Mondadori, 1945.
Poesia di Fernando Pessoa, Cronistoria della vita e delle opere, ed. Luigi Panarese, Milano, Lerici Editori, 1967, portoghese/italiano.
Le poesie di Ricardo Reis, trad. Laura Naldini e Virginiaclara Caporali, con testo a fronte, Firenze, Passigli, 2005. Premio "Leone Traverso" nella 36ª edizione 2006 del "Premio Monselice per la traduzione".
Politica e Profezia. Appunti e Frammenti 1910-1935, a cura di Brunello De Cusatis, Roma, Antonio Pellicani, 1996, 348 p.
Quartine di gusto popolare, introduzione di S. Naglia, trad. di Sandro Naglia e Mariavittoria Altieri, Pescara, Tracce, 1992 (ried. Pescara/Roma, Tracce/L'Unità, 1999).
Racconti dell'inquietudine, a cura di Piero Ceccucci, traduzioni di Orietta Abbati, Piero Ceccucci, Laura Naldini, Giorgio De Marchis, Simone Celani, Milano, BUR, 2007, 288 p.
Scritti di sociologia e teoria politica, a cura di Brunello De Cusatis, Roma, Settimo Sigillo, 1994, 222 p.
Una sola moltitudine, ed. Antonio Tabucchi/Maria José de Lancastre, Milano, Adelphi Edizione, 1979, portoghese/italiano
Il sonetto portoghese, dalle origini ai nostri giorni (trad. de dois sonetos de Passos da Cruz), trad. Leo Negrelli, Firenze, Il Fauno Ed., 1964.
Tre saggi di critica letteraria, ed. Sandro Naglia, in: "Tracce" n° 42-43, giugno 1996.
Tre sonetti di Fernando Pessoa, trad. Luigi Panarese, Firenze, "Quartiere" n.º 3.
L'ultima maschera di Fernando Pessoa: le «Quadras ao gosto popular», trad. Silvano Peloso, in: Quaderni Portoghesi, n.º 2, pp. 127-147. Milano, Autunno 1977.
Ultimatum e altre esclamazioni, ed. Ugo Serani, Roma, Biblioteca del Vascello, 1994, 111 p.
L’ultimo sortilegio, trad. Carmen Radulet, Milano, "Quaderni Portoghesi", n.° 2, Autunno 1977, pp. 108
Poesie di Fernando Pessoa, edizioni Passigli.
Economia & Commercio. Impresa, monopolio, libertà, a cura di Brunello De Cusatis, postfazione di Alfredo Margarido, Roma, Ideazione Editrice, 2000, pp. 283.
I racconti / Fernando Pessoa, Firenze, Passigli, 2005, 220 p. (contiene, in trad. italiana: A hora do Diablo (trad. di Roberto Mulinacci), O banqueiro anarquista (trad. di Ugo Serani), A very original dinner, Novelas policiárias (trad. di Amina Di Munno).
Pagine Esoteriche, Adelphi edizioni, Milano, 1997, A cura di S.Peloso
Il libro dell'inquietudine, a cura di Maria José de Lancastre, prefazione di Antonio Tabucchi, trad. di Maria José de Lancastre e Antonio Tabucchi, Milano, Feltrinelli, 1996.
Il libro dell'inquietudine, Newton & Compton Editori, Roma, 2006, a cura di Piero Ceccucci, traduzione di Piero Ceccucci e Orietta Abbati.
Saggi sulla lingua, cura e trad. di Simone Celani, Il filo, Roma, 2006.
Il caso Vargas, cura e trad. di Simone Celani, Il filo, Roma, 2006.
Pagine di Estetica, a cura di Micla Petrelli, Quodlibet, Macerata, 2007.
Racconti dell'inquietudine, a cura di Piero Ceccucci, tr. di Piero Ceccucci, Orietta Abbati, Laura Naldini, Giogio De Marchis, Simone Celani, BUR/Rizzoli, Milano, 2007.
Poesie, a cura di Piero Ceccucci, Prefazione di José Saramago, BUR/Rizzoli, Milano, 2009.
Il mondo che non vedo, a cura di Piero Ceccucci, Postfazione di José Saramago, trad. di Piero Ceccucci e Orietta Abbati, BUR/Rizzoli, Milano, 2009.
Il banchiere anarchico, introduzione di Fulvio Abbate, Nova Delphi Libri, Roma 2010.

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